martedì, novembre 16, 2010

TUNNEL BORBONICO: "SIGNORI, SI SCENDE"


E’ un viaggio emozionale quello che attende i visitatori nella nuova porzione di sottosuolo restituita alla città di Napoli.  Vico del Grottone, a breve distanza da Monte di Dio. In quello che fino a pochi anni fa era un laboratorio veterinario ora c’è l’ingresso del

Tunnel Borbonico,

aperto da venerdi 29 ottobre 2010, l’unico per il momento, in attesa dell’entrata di Via Domenico Morelli,una scala con 8 rampe, 30 metri di profondità e si scende nel ventre di Chiaia. Suggestivo lo scenario che si apre davanti agli occhi dei visitatori, un luogo segreto, ricco di storia e di magia.

Il Tunnel Borbonico fu fatto costruire, nel 1853, da Ferdinando II di Borbone che, preoccupato dai focolai di rivolta, fece realizzare una via di fuga dal Palazzo Reale alla caserma di Via della Pace.

L’opera non fu completata e, durante la seconda guerra mondiale, fu utilizzata dai residenti di Monte di Dio come ricovero bellico, per poi diventare il Deposito Giudiziale Comunale.

La guerra ha lasciato il suo segno anche nel sottosuolo.

Ci sono le scritte, le brande, i messaggi di speranza e di disperazione di chi quel periodo l’ha vissuto e ne mantiene ancora viva la memoria. Lungo il percorso le testimonianze, 530 metri in cui i visitatori possono scoprire storia di vita reale.

Si procede per le vie, per nulla anguste, fino all’incrocio con la rete di cunicoli e cisterne dell’acquedotto seicentesco, vere e proprie cattedrali, dove lavoravano i “pozzari”, gli unici conoscitori del sottosuolo di Napoli.

Lo spettacolo è forte, ma non è ancora tutto. Dal lato di via Morelli compaiono le statue del periodo fascista e tante auto e moto d’epoca, da anni abbandonate, liberate dai cumuli di detriti, sistemate e illuminate ad hoc lungo il percorso.

Nulla è lasciato al caso, neanche l’illuminazione, perfettamente integrata nel tragitto dei visitatori.

Oggi tutto questo è possibile da vedere. Cinque anni fa lo spettacolo era del tutto diverso. Spazzatura, degrado, rifiuti di ogni tipo lasciavano poco spazio all’immaginazione. Grazie al lavoro incessante di due geologi,Gianluca Minin, ideatore del progetto, e Enzo De Luzio, suo collaboratore, il percorso è stato valorizzato e aperto al pubblico. Con loro ci sono tutti i volontari dell’associazione Borbonica Sotterranea.Persone che con tanta passione hanno creduto nell’idea.

Gianluca Minin, ideatore del progetto

Gli speleologi, diretti da Gianluca Minin e appassionati di Borbonica Sotterranea nelle cisterne più grandi, fra i detriti, hanno trovato croci e un bassorilievo religioso dedicato a Santa Barbara, protettrice contro i fulmini e le morti improvvise e violente. Percorrendo fino alla fine il tunnel anche nel tempo, verso il cantiere del parcheggio Morelli confinante sfilano carcasse di moto e d’auto sequestrate ai primi contrabbandieri, alcune schiacciate da incidenti durante le fughe e senza i sedili posteriori per fare spazio alle merci contrabbandate, i tabacchi. E poi i resti di un mausoleo fascista finito in pezzi dedicato ad un comandante della marcia su Roma, Padovani Aurelio, che presentò Mussolini alla città al San Carlo nel ’22, e subito dopo fu dimissionario dal partito fascista per ben tre volte, morì nel crollo di un balcone, in via Orsini, qualche anno dopo.

Cinque anni di duro lavoro di pulizia e risistemazione per aprire l’ingresso in via del Grottone 4 (traversa di via Gennaro Serra a Monte di Dio) ad opera di un gruppo di volontari istruiti e guidati da una squadra di esperti, Gianluca Minin e Enzo Di Luzio, Paolo Sola e Marco Ruocco, che hanno fatto salti mortali per procurarsi bobcat e quanto era necessario a rendere i tunnel un museo.

E c’è spazio anche per l’educazione ambientale: gli speleologi hanno voluto lasciare ingombro e in vista un antico pozzo traboccante di detriti dell’edilizia e spazzature d’epoca per documentare l’inciviltà di superficie.

L'ingresso del percorso della durata di 50 minuti con visite guidate è oggi solo da via del Grottone grazie ad una scala del '700 in materiale resistente di pomice e malta realizzata per consentire ai "pozzari" di accedere all'acquedotto e liberata dai detriti in sei mesi. Il secondo accesso è al parcheggio di via Morelli e sarà aperto nei primi mesi a conclusione dei lavori. Dall'ingresso da via Morelli saranno aperte le visite anche alle persone con difficoltà di deambulazione, gran parte del percorso è privo di barriere architettoniche

Il Tunnel Borbonico incrocia nel suo cammino le "Cave Carafa" e due grosse cisterne, che un tempo servivano a rifornire le case di Pizzofalcone, oltre a un dedalo di cunicoli e bracci dell'antico acquedotto.

Ma gli utilizzi del Tunnel Borbonico non si sono limitati a questo. Nel 1973, per esempio, divenne un suggestivo set cinematografico per le riprese di alcune sequenze di "Piedone lo sbirro", interpretato da Bud Spencer.



Ma gli utilizzi del Tunnel Borbonico non si sono limitati a questo. Nel 1973, per esempio, divenne un suggestivo set cinematografico per le riprese di alcune sequenze di "Piedone lo sbirro", interpretato da Bud Spencer.

Inoltre, alcuni decenni fa, una parte di questi spazi fu utilizzata come deposito per veicoli requisiti, sequestrati, o dati in dotazione all'esercito. qui è ancora possibile rinvenire, tra l'altro, un vecchio taxi (una Fiat 1100), parcheggiato accanto a una Bianchina verde su cui si legge ancora la scritta "Botteghe dei Mille, parco commerciale cittadino",e una Fiat Topolino bianca che tocca il muso "a cetaceo"di una Citroen Ds 21 Pallas.

Nel Tunnel Borbonico sono state lasciate ad arruggnire, nella cavità di via Morelli, autentiche rarità automobilistiche, per esempio a una preziosa Alfa Romeo 2500 SS cabriolet Pinin Farina, sistemata proprio sotto un continuo stillicidio d'acqua che l'aveva ridotta a ferraglia.

E ancora, c'erano Lancia Aprilia, Fiat 1100 con carrozzerie fuori serie, Fiat 1500 d'anteguerra, una Fiat 508 Balilla, una Chevrolet sedan probabilmente usata da ufficiali alleati durante l'occupazione come staff-car, intere cataste di Vespe e Lambretta delle primissime serie. .

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