giovedì, novembre 25, 2010

Congresso Acli Napoli: “Ci rifiutiamo di restare a braccia conserte, osiamo costruire il futuro"



“Pane e speranza”: venerdì e sabato presso la basilica di San Paolo il XXV Congresso delle Acli di Napoli.
Il presidente Pasquale Orlando:
“Ci rifiutiamo di restare a braccia conserte, osiamo costruire il futuro”

Napoli, 24 novembre 2010 - Si terrà venerdì 26 e sabato 27 il XXV Congresso provinciale delle Acli di Napoli, presso il chiostro dei padri Teatini, nella basilica di San Paolo Maggiore, via dei Tribunali 76.
Il Consiglio provinciale dell’associazione dei lavoratori cristiani ha infatti convocato il congresso dal titolo “Pane e Speranza. Associazionismo, Ben/essere, Mezzogiorno”. Su questo tema si sono confrontate nella scorsa settimana le centinaia di strutture di base delle Acli partenopee, che associano circa venticinquemila persone.
La relazione del presidente provinciale Pasquale Orlando introdurrà i lavori, a cui saranno presenti, tra gli altri, il cardinale Crescenzio Sepe, il sindaco di Napoli Rosa Russo Jervolino, l’assessore alle Politiche Sociali della Provincia di Napoli Francesco Pinto, il presidente della Regione Campania Stefano Caldoro, il presidente nazionale delle Acli Andrea Olivero.
“Le Acli – afferma Orlando - confermano l'orientamento teso a valorizzare il capitale sociale della metropoli assegnando all'associazionismo e alla società civile organizzata un ruolo determinante nella crescita e nella rigenerazione della città e dell'area metropolitana di Napoli. Numerose sono, infatti, le esperienze che attendono rappresentanza politica e per questo le Acli di Napoli si candidano come moderna scuola di formazione politica.”
“Abbiamo voluto – continua Orlando – riprendere, nel nostro tema, le parole del cardinale Sepe, che ha fatto luce su una realtà già fotografata da realtà buie, che riguardano emergenza rifiuti, povertà, disoccupazione, cassa integrazione e lavoro a chiamata: sono tanti gli indici della depressione. Noi vogliamo, però, che Napoli abbia pane e speranza e siamo sicuro che il terzo settore può dare il suo forte contributo in questo senso. Rispetto, infatti, ai drammi del nostro tempo alcuni restano con le mani conserte a criticare come spesso accade a famosi opinion leader, altri con le mani in tasca per un’elemosina o per il fund raising, altri con le mani in alto per protestare e un pò arrendersi, Tanti tra noi mettono le mani in pasta per cambiare le cose, oggi dobbiamo osare di andare mano nella mano per costruire una rete solida in grado di reggere all’urto e cominciare a costruire il futuro.”

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