mercoledì, gennaio 06, 2010

NATALE ORTODOSSO 7 gennaio 2010



Bella iniziativa dell'Associazione Simposio di Benevento. (p.o.)

Auguri per un Buon Natale. Con i Migranti costuiamo un’etica pubblica condivisa, nel segno del dialogo con-diviso.


Benevento. Grandi preparativi per i nostri immigrati, presenti nel Sannio, di fede ortodossa che si prepareranno per il Natale Ortodosso Il giorno dell Emmanel del “Dio con Noi”, considerato la principale festività in tutte le religioni cristiane, non viene festeggiato allo stesso modo nei Paesi cattolici e ortodossi.
Il mondo cattolico e una parte di quello ortodosso, che hanno accettato la riforma del calendario gregoriano nel 1582, onorano il sacro evento il 25 dicembre. La chiesa di Gerusalemme, la chiesa Ortodossa russa, serba, nonché antiche chiese orientali e quella cattolica orientale, lo fanno sempre il 25 dicembre, ma secondo il calendario Giuliano, che cade il 7 gennaio.


Gli auguri per Buon Natale, dichiara Luigi Scarinzi assessore alle Politiche sociali del Comune di Benevento anche a nome del Sindaco Fausto PEPE ringraziando tutti i migranti per il lavoro di cura per i nostri concittatidini, emerge chiaramente, continua l’ assessore Scarinzi -che la sfida multiculturale, oltre alle pratiche di inclusione, chiama in causa anche l’aspetto che attiene al dialogo tra differenti valori e idealità segnati dal pluralismo.
In questo campo, conclude Scarinzi- evitando la duplice deriva del dogmatismo ideologico e del fondamentalismo religioso, occorre da subito gettare le basi di una convivenza tra diverse culture che deve diventare un’etica pubblica condivisa, perché senza regole è impossibile costruire un modello di integrazione e di coesione sociale.
Siamo migranti per passione, dichiara Filiberto Parente, presidente di Simposio e vicepresidente ACLI- vogliamo capire il mondo nel quale viviamo perché ci stanno a cuore le persone, i loro bisogni, i loro desideri, le relazioni nelle quali è in gioco il senso della loro vita.
Essere stranieri continua Parente significa sovente non avere casa, diritti, strumenti per capire ed essere capiti. Assieme alla vedova e all'orfano, lo straniero è sempre stato considèrato come povero perché indifeso. Eppure questa condizione ha in sé una ricchezza inestimabile, continua Parente- quella di un'alterità vissuta: la conoscenza di orizzonti diversi, la familiarità con la speranza di un futuro migliore, la capacità di vivere dell'essenziale, la sintonia con il patrimonio comune dell'umanità che va al di là di qualsiasi etnia, lingua, nazione, religione.
Lo straniero – conclude Parente rappresenta la domanda su chi siamo noi...i nostri AUGURI per una vita Buona nel segno di fraternità universale.

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