(AGI) - Roma, 26 ago. - E' necessario "un ripensamento del reato di clandestinita'". E' quanto propone un editoriale apparso oggi sulla prima pagina di Avvenire. Il quotidiano della Cei torna sulla polemica tra monsignor Veglio' e il ministro leghista Calderoli, parlando di "animosita' gratuita di alcuni rappresentati della Lega verso prelati vaticani" e di "grotteschi attacchi personali". "Che i migranti debbano godere di un diritto al soccorso e all'accoglienza - scrive Avvenire - costituisce uno dei presupposti perche' una societa' possa dirsi pienamente civile". Secondo il quotidiano, le parole pronunciate da Antonio Maria Veglio', presidente del Pontificio Consiglio per la pastorale, dopo la tragedia dei 73 eritrei periti nella traversata verso l'Europa, hanno soltanto "richiamato l'elementare obbligo di soccorrere i naufraghi quando li si incontri in mare aperto". Il quotidiano denuncia quindi "i tentativi di far passare come un estremismo eterodosso, magari venato di simpatie per l'opposizione, la doverosa difesa dei piu' deboli e dei piu' poveri, difesa sovversiva soltanto per i cuori aridi". Una strategia che "sembra controproducente come un boomerang avvelenato quando usata contro un'istituzione compatta e millenaria come la Chiesa". L'editoriale conclude affermando che "un ripensamento sul reato di clandestinita', per le conseguenze negative e paradossali che pone in essere per tanti stranieri e le loro famiglie, e una maggiore attenzione al destino di chi e' respinto in Libia (se abbia cioe' il diritto a chiedere asilo e che non sia imprigionato o maltrattato) sarebbero una prima risposta, sensata e concreta alle sollecitazioni che vengono da molte parti, e anche dalla Chiesa tutta, all'impegno umanitario della quale gli improvvisati critici dell'ultima ora - dopo aver distinto a proprio genio 'buoni' e 'cattivi' all'interno di essa - dichiano infine di inchinarsi". (AGI) Red 260940 AGO 09
1 commento:
leggere l'intero blog, pretty good
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