sabato, aprile 04, 2009

Un taglio enorme su scuola primaria, secondaria di primo e secondo grado

Sono 9.500 insegnanti di lettere nella scuola secondaria di primo grado a subire il peso maggiore dei tagli - 2.500 quelli di tecnica - 10.000 gli insegnanti della scuola primaria - 11.300 nella scuola superiore


Insegnanti di ruolo
Un numero così alto di insegnanti di ruolo coinvolti nei processi di mobilità – commenta Massimo Di Menna, segretario generale della Uil Scuola dopo l’emanazione della circolare del Miur sugli organici - rappresenta un processo che necessita di essere governato con efficacia, con idee nuove e innovative. Non può essere mantenuto l’attuale meccanismo che sta mettendo gli insegnanti italiani in una situazione di pesantissimo stress. Su ottocentomila lavoratori circa un terzo non conosce, ad oggi – continua Di Menna – se conserverà o meno la titolarità nella propria scuola.

>>> Ecco cosa sta accadendo in questi giorni nelle scuole:
Nella scuola X ci sono dieci insegnanti: la contrazione di organico prevede che ne vengano ridotti due e che otto restino titolari. Come si decide? In base alle duecento pagine, oltre cinquanta articoli, che regolano la mobilità.
Viene fatta una graduatoria interna alla scuola in base ad un meccanismo complicatissimo basato su una serie di indicatori. Vengono fatte verifiche, riscontri, classifiche, per arrivare ad individuare i due insegnanti ‘perdenti posto’.
A questo punto i due possono fare domanda di trasferimento. Ma - in base alla normativa attuale - se non fanno la domanda vengono trasferiti d’ufficio nell’ambito della provincia.

Nei prossimi giorni ci saranno incontri al ministero nei quali, come Uil , proporremo di fare piazza pulita di tutto ciò (sistema che poteva funzionare fino ad ora con numeri limitati) e di fare un accordo che preveda il mantenimento della titolarità, la possibilità della domanda di trasferimento e la eventuale utilizzazione a settembre.

Tagli indiscriminati e una burocrazia soffocante stanno stressando la scuola. E’ duro il giudizio di Di Menna. Questa circolare, oltre che sugli insegnanti di ruolo, ha conseguenze gravi e dirette su altri tre versanti: la scelta del tempo scuola, gli insegnanti precari, la didattica.

Tempo scuola
In base alle disposizioni contenute nella circolare, non viene data una risposta certa e chiara alla scelta delle famiglie sul tempo scuola. Soprattutto, nella scuola primaria, non è scritta nero su bianco che sarà garantita la scelta delle 30 ore. Ora i Direttori regionali devono dare certezza che tutte le richieste abbiano riscontro positivo.

Precari
Il ministero non ha fatto un monitoraggio preciso e concreto. Questa operazione è invece fondamentale: bisogna passare dai numeri alle persone. Dato l’alto numero di pensionamenti siamo intorno alle diecimila persone.
Abbiamo chiesto al ministro di mantenere al lavoro gli insegnanti che hanno un contratto a tempo determinato e abbiamo acquisito da molti Assessori regionali la loro disponibilità a interventi integrativi.
Occorre utilizzare tutte le risorse per le supplenze, per i vari progetti, per la disoccupazione, quelle regionali, per dotare le scuole di risorse professionali e garantire la continuità ai precari.

Didattica
Deve essere emanata la direttiva, più volte annunciata, che garantisca l’autonomia didattica e organizzativa alle scuole nell’utilizzo degli insegnanti.
La circolare, impostata tutta sulla burocrazia e sui calcoli, introduce delle rigidità che appesantiranno il lavoro delle scuole. E addirittura con la sostanziale eliminazione dell’ "inglese potenziato", tanto sbandierato, la burocrazia mette fine al progetto governativo di aumentare l’insegnamento della lingua inglese perché anche se non si ha una situazione di soprannumerarietà dell’insegnante di seconda lingua, viene delegato all’organico di fatto perpetuando l’incertezza delle famiglie.
Se rimangono le rigidità previste dalla circolare e dai decreti, come ad esempio quello della cattedra di lettere per il tempo prolungato, si appesantiscono le scuole in merito all’esigenza di assicurare copertura per le supplenze, laboratori scolastici, personalizzazione, continuità didattica.


Il Ministro Gelmini ha firmato il Decreto Interministeriale sugli organici 2009-2010 per il personale docente. Confermata l'entità dei tagli pari a 42.102 posti, di cui circa 32.000 subito nell'organico di diritto e oltre 10.000 nel successivo organico di fatto. Confermata quindi l'entità complessiva della riduzione dei posti di lavoro (- 42.102) mentre la distribuzione di questi tagli alle varie regioni in organici di diritto (- 32.100) contenuta nelle varie tabelle che sono circolate e così come dalla FLC Cgil anticipato al termine dell'incontro della scorsa settimana, è stata rivista per la sola scuola secondaria di primo grado che vedrà una riduzione complessiva, sempre nel diritto, di circa 10.452 posti. Smentite le dichiarazioni rilasciate dal Ministro nella scorsa settimana in TV a "Porta a porta" e tendenti ad attenuare la portata della manovra concordata con il Ministro dell'Economia, una manovra pesantissima su gran parte delle regioni del sud, come subito denunciato dalla FLC Cgil a cui si aggiungeranno i 15.000 tagli previsti per il personale ATA.

"Un taglio enorme su primaria, secondaria di primo e secondo grado, che mortifica la scuola pubblica, toglie risorse alla qualità della didattica e per la stessa funzionalità del servizio. Un colpo mortale all’autonomia organizzativa delle stesse istituzioni scolastiche strette nella morsa dei tagli all’organico e dall’azzeramento dei fondi per il funzionamento didattico e amministrativo. Inaccettabile la forte penalizzazione di alcune regioni, in particolare del sud, e di tutti quei territori, spesso all'interno anche della stessa regione, che già oggi sono disagiati e carenti dal punto di vista delle strutture e dei servizi di supporto (trasporti, mensa, edilizia scolastica). La manovra colpisce soprattutto chi già oggi è maggiormente privato di risorse rispetto ad altri. E questo comporterà un inevitabile peggioramento della qualità dell'istruzione e del diritto allo studio. Insomma, chi già poco ha, ancora di meno avrà!".

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