E' sembrato politicamente scorretto il vaticano che non ha firmato la risoluzione Onu sui disabili (non ne giustifica l'aborto). L'Italia che invece ha firmato cede alle banche.......... Qual'è il politicamente corretto?
Via libera del ministero del Lavoro a un parere richiesto dall'Abi
collocamento in forse negli istituti che hanno fatto ricorso al "fondo di solidarietà"
Banche esonerate dall'obbligo
di assumere portatori di handicap
di MARCO PASQUA
Uno sportello bancario
TROVARE lavoro in una banca potrebbe presto diventare più difficile per le persone disabili. Il tutto per via di un parere ufficiale richiesto dall'Abi, l'Associazione bancaria italiana, al ministero del Lavoro, della salute e delle politiche sociali, circa la possibilità, per le banche stesse, di essere esonerate dal collocamento obbligatorio dei disabili. Richiesta alla quale il ministero ha risposto con un sostanziale via libera. Una vicenda denunciata dalla Falcri, la Federazione autonoma dei lavoratori del credito e del risparmio, che critica sia l'Abi, per aver anche solo avanzato tale ipotesi, che il dicastero del Welfare, per il suo parere favorevole.
Nei mesi scorsi, l'Abi aveva scritto al ministero, chiedendo di sapere se "la sospensione degli obblighi occupazionali" previsti dalla legge 68/1999 (che tutela appunto il collocamento dei disabili), potesse essere concessa a quelle banche che avevano fatto ricorso al cosiddetto "fondo di solidarietà" del settore, che si attiva negli stati di crisi. Richiesta facilmente spiegabile: l'articolo 3 della legge sul collocamento dei disabili prevede l'esonero da questo obbligo esclusivamente nel caso di aziende che, a fronte di una crisi, ricorrano a procedure di mobilità, a contratti di solidarietà, o alla cassa guadagni strordinaria. Le banche italiane - che, come rileva il ministero, "sono sprovviste di ammortizzatori sociali" - hanno appunto istituito un apposito fondo di solidarietà.
L'Abi, di fatto, chiedeva di sapere se l'adesione a questo fondo, che potrebbe essere assimilato alla cassa guadagni straordinari, potesse esonerare le banche dall'obbligo di assumere disabili. La risposta del ministero, firmata dal direttore generale per l'attività ispettiva, Paolo Pennesi, è positiva: il fondo interviene nel caso di crisi e, dunque, cancella l'assunzione obbligatoria per i portatori di handicap. "Non si ravvede quindi una valida motivazione - conclude il documento del ministero - che possa giustificare la non operatività della sospensione degli obblighi assuntivi, anche per le aziende di credito che hanno fatto ricorso al fondo in questione".
Nelle settimane successive, l'Abi ha così inviato una circolare agli istituti di credito, informandoli di questa valutazione ministeriale. Naturalmente, l'adeguarsi alle indicazioni fornite dal dicastero nella risposta al quesito esclude l'applicazione delle relative sanzioni penali, amministrative e civili. A oggi non è ancora possibile sapere quante e quali banche abbiano deciso di seguire questo parere ministeriale.
Il sindacato dei lavoratori del comparto bancario, parlando di una "brutta figuraccia dell'Abi", promette battaglia: "Crediamo sia inaccettabile che cittadini già duramente colpiti trovino ancora più difficoltà a integrarsi nel mondo del lavoro, perché anche le porte delle ricche banche potrebbero chiudersi a causa di un'interpretazione distorta".
Roberto Ferrari, segretario nazionale della Falcri, fa notare che "le banche non hanno adottato il fondo di solidarietà per effettive crisi aziendali, ma per scelte strategiche che possono portare a una diminuzione del personale in età avanzata. E' impensabile accomunare le aziende in crisi con banche che, negli ultimi anni, hanno registrato utili stratosferici. Il ministero, nel formulare il suo parere, non ha tenuto conto di questa sostanziale differenza". "A oggi - spiega - tutte le banche hanno aderito al fondo in questione e, quindi, il numero degli istituti che potrebbero ritenersi esonerati dall'assunzione dei disabili è altissimo". Il sindacato ha anche scritto una lettera preoccupata al ministero delle Pari Opportunità: "Ma dopo questa missiva, l'Abi ci ha minacciato, per iscritto, di interrompere le relazioni sindacali".
La Falcri, però, non chiude al dialogo: "Se l'Abi dovesse dichiarare che non ha alcuna intenzione di dare seguito al parere del ministero, e che continuerà ad assumere regolarmente disabili, noi ne saremmo lieti, e riconosceremmo il valore di questa decisione. Peccato che, ad oggi, non ci siano segnali in tal senso". "Indignazione" viene anche dal Forum Italiano sulla disabilità, l'organismo unitario, fondato lo scorso mese di luglio, che riunisce e rappresenta le organizzazioni italiane impegnate per la tutela dei diritti delle persone con disabilità in ambito di politiche dell'Unione Europea.
Nei mesi scorsi, l'Abi aveva scritto al ministero, chiedendo di sapere se "la sospensione degli obblighi occupazionali" previsti dalla legge 68/1999 (che tutela appunto il collocamento dei disabili), potesse essere concessa a quelle banche che avevano fatto ricorso al cosiddetto "fondo di solidarietà" del settore, che si attiva negli stati di crisi. Richiesta facilmente spiegabile: l'articolo 3 della legge sul collocamento dei disabili prevede l'esonero da questo obbligo esclusivamente nel caso di aziende che, a fronte di una crisi, ricorrano a procedure di mobilità, a contratti di solidarietà, o alla cassa guadagni strordinaria. Le banche italiane - che, come rileva il ministero, "sono sprovviste di ammortizzatori sociali" - hanno appunto istituito un apposito fondo di solidarietà.
L'Abi, di fatto, chiedeva di sapere se l'adesione a questo fondo, che potrebbe essere assimilato alla cassa guadagni straordinari, potesse esonerare le banche dall'obbligo di assumere disabili. La risposta del ministero, firmata dal direttore generale per l'attività ispettiva, Paolo Pennesi, è positiva: il fondo interviene nel caso di crisi e, dunque, cancella l'assunzione obbligatoria per i portatori di handicap. "Non si ravvede quindi una valida motivazione - conclude il documento del ministero - che possa giustificare la non operatività della sospensione degli obblighi assuntivi, anche per le aziende di credito che hanno fatto ricorso al fondo in questione".
Nelle settimane successive, l'Abi ha così inviato una circolare agli istituti di credito, informandoli di questa valutazione ministeriale. Naturalmente, l'adeguarsi alle indicazioni fornite dal dicastero nella risposta al quesito esclude l'applicazione delle relative sanzioni penali, amministrative e civili. A oggi non è ancora possibile sapere quante e quali banche abbiano deciso di seguire questo parere ministeriale.
Il sindacato dei lavoratori del comparto bancario, parlando di una "brutta figuraccia dell'Abi", promette battaglia: "Crediamo sia inaccettabile che cittadini già duramente colpiti trovino ancora più difficoltà a integrarsi nel mondo del lavoro, perché anche le porte delle ricche banche potrebbero chiudersi a causa di un'interpretazione distorta".
Roberto Ferrari, segretario nazionale della Falcri, fa notare che "le banche non hanno adottato il fondo di solidarietà per effettive crisi aziendali, ma per scelte strategiche che possono portare a una diminuzione del personale in età avanzata. E' impensabile accomunare le aziende in crisi con banche che, negli ultimi anni, hanno registrato utili stratosferici. Il ministero, nel formulare il suo parere, non ha tenuto conto di questa sostanziale differenza". "A oggi - spiega - tutte le banche hanno aderito al fondo in questione e, quindi, il numero degli istituti che potrebbero ritenersi esonerati dall'assunzione dei disabili è altissimo". Il sindacato ha anche scritto una lettera preoccupata al ministero delle Pari Opportunità: "Ma dopo questa missiva, l'Abi ci ha minacciato, per iscritto, di interrompere le relazioni sindacali".
La Falcri, però, non chiude al dialogo: "Se l'Abi dovesse dichiarare che non ha alcuna intenzione di dare seguito al parere del ministero, e che continuerà ad assumere regolarmente disabili, noi ne saremmo lieti, e riconosceremmo il valore di questa decisione. Peccato che, ad oggi, non ci siano segnali in tal senso". "Indignazione" viene anche dal Forum Italiano sulla disabilità, l'organismo unitario, fondato lo scorso mese di luglio, che riunisce e rappresenta le organizzazioni italiane impegnate per la tutela dei diritti delle persone con disabilità in ambito di politiche dell'Unione Europea.
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