lunedì, novembre 10, 2008

Nell'«Africa casertana», la cantante Miriam Makeba ha cantato per l'ultima volta


Agli stati generali della scuola

Mama Africa muore a Castel Volturno
L'ultimo assolo contro la camorra

Nell'«Africa casertana», la cantante Miriam Makeba
ha cantato per l'ultima volta -

CASERTA - Il destino ha voluto che morisse in un'altra Africa, quella casertana, dove la camorra ammazza gli extracomunitari. E lei, simbolo della lotta all'apartheid, era venuta a cantare contro, come aveva sempre fatto nella sua vita.
Mama Africa, Miriam Makeba è uscita di scena ieri notte dopo l'ultimo grido contro. Aveva speso tutta la sua vita per l’impegno civile ed è morta «sul campo», a Castel Volturno, un luogo-simbolo della lotta alla criminalità ed alla sopraffazione, dove aveva voluto partecipare a tutti i costi, nonostante le non brillanti condizioni di salute, al concerto anticamorra a sostegno dello scrittore Roberto Saviano.

UNA CRISI CARDIACA - Makeba è morta nella clinica Pineta Grande di Castel Volturno dove era stata trasportata dopo essere stata colta da un malore, al termine della sua esibizione al concerto anticamorra, organizzato a Baia Verde di Castel Volturno, nell'ambito degli Stati generali della scuola. Dopo l’esibizione, dietro al palco la Makeba ha chiesto una sedia per sedersi, ritenendo che si trattasse di un problema passeggero. Chi le stava vicino - tra gli altri, il nipote Nelson e il suo manager italiano che l’avevano accompagnata nella sua trasferta in Campania - si è reso conto che le condizioni della cantante erano preoccupanti. Con una telefonata al 118 è stata fatta giungere sul posto un’autoambulanza, che ha trasferito l’artista nella clinica Pineta Grande di Castel Volturno. I medici hanno riscontrato una crisi cardiaca ed hanno avviato le cure, che sembravano aver dato un buon effetto. Miriam Makeba sembrava essersi ripresa. Dopo un po', però, è sopraggiunta una seconda e più forte crisi e la cantante è morta. La salma di Miriam Makeba è stata composta nella sala mortuaria della clinica Pineta Grande

UNA VITA CONTRO - L’artista di colore, 76 anni, era divenuta famosa in tutto il mondo per essersi battuta vigorosamente contro il regime dell’apartheid che aveva dilaniato il suo Paese, il Sudafrica. Non a caso era diventata delegato delle Nazioni Unite. E non a caso il suo impegno contro la segregazione razziale, ingigantito dalla fama di cantante nota in tutto il mondo, aveva causato la reazione del governo sudafricano che, nel 1963 - in pieno regime di apartheid - l’aveva costretta all’esilio ed aveva messo al bando tutti i suoi dischi. Da alcuni anni, per motivi professionali, la Makeba si era già trasferita in Europa, anche se continuava a frequentare di tanto in tanto il suo Paese d’origine. Dopo che le fu imposto l’esilio, per tornare in Sudafrica, Miriam Makeba dovette attendere quasi 30 anni: soltanto nel 1990, infatti, Nelson Mandela riuscì a convincerla a tornare nella terra dove era nata - sua madre era di etnia swazi e suo padre, morto quando lei aveva sei anni, era uno Xhosa - e che era stata costretta ad abbandonare.

AMERICANA D'ADOZIONE - Trasferitasi prima in Europa e poi negli Stati Uniti, proprio in quella lunga fase della sua vita, espresse il meglio di sè nel campo artistico. In America Miriam Makeba incise le sue canzoni più conosciute: Pata Pata, The Click Song e Malaika. Nel 1968 si sposò con Stokely Carmichael, un attivista per i diritti civili. Il matrimonio scatenò grandi polemiche negli Stati Uniti e la sua carriera ne subì un notevole rallentamento. Si separò dal marito - con il quale si era trasferita in Guinea - nel 1973. Nel 1985, dopo la morte della sua unica figlia, Bongi, tornò a vivere in Europa. Nel 2005 decise di dare il suo addio alle scene e lo fece con un memorabile tour, che toccò tutti i Paesi del mondo nei quali si era esibita. Ma il destino, per l’addio definitivo, le aveva riservato un altro appuntamento. Quello che ieri sera l’ha condotta sul palco di Baia Verde, a Castel Volturno, dove un pubblico accorso per una grande testimonianza di impegno civile, le ha riservato l’ultimo, indimenticabile applauso.

Nat. Fe.

1 commento:

Blog su blogger di Tescaro ha detto...

Ciao Pasquale, una morte inaspettata e la notizia è rimbalzata on line subito.