Un sistema finanziario eticamente orientato avrebbe retto meglio alla crisi in corso(da Aesse 11 2008)
In molti oggi si chiedono se la drammatica crisi finanziaria ed economica che stiamo vivendo si sarebbe potuta evitare. Una cosa è certa: le regole, che pure c’erano, non sono state sufficienti. Devono essere riscritte con l’obiettivo di rendere trasparente il mercato, fermare la speculazione, favorire processi di sviluppo che siano legati con i territori e con le persone. Proprio come fa da anni – anche in Italia – la finanza etica. Nella ricerca di un modello che sappia coniugare etica ed economia, non è necessario partire da zero. L’esperienza maturata in questi anni da istituti come Banca Etica mette a disposizione un patrimonio di iniziative e progetti finanziati e realizzati che coniuga creazione di valore economico e valore sociale.Il capitalismo senza guinzaglio ha prodotto una delle crisi più profonde del sistema economico dell’ultimo secolo. Questa crisi ha reclamato un deciso intervento degli Stati che hanno tardivamente messo la mano pubblica negli affari privati andati male. Ci ritroviamo ora con voragini finanziarie per tappare le quali si utilizzano soldi dei cittadini. Gli stessi cittadini che pagheranno anche in termini di accesso al credito, al lavoro, ai servizi. Il credit crunch (calo dell’offerta di credito, ndr) che si profila – anzi, ci sono già ampie testimonianze al riguardo – sarà un altro costo da spartire tra tutti, lavoratori, consumatori, imprenditori, liberi professionisti.Un mondo produttivo completamente messo in discussione dalla insensata gestione di liquidità inesistenti e che oggi penalizzano chi la liquidità la produce tutti i giorni. A noi sembra fin troppo facile far passare in silenzio questo dazio pagato all’ingordigia di pochi e già caricato sulle spalle di molti, mentre si fa fatica a concedere respiro al welfare mondiale. Anche se i nostri governanti continuano a dirci che in Italia l’impatto sarà attutito, e per una volta dovremmo essere fieri dell’arretratezza del nostro sistema, le tasche degli italiani – del ceto medio e medio basso produttivo e contribuente – già leggere, saranno senz’altro svuotate. Dalla rata del mutuo che sale, dal credito al consumo (ormai consumi essenziali) che strozza, dall’incertezza del domani. Tra gli estremi del “solo stato” e “solo mercato”, il modello della finanza etica estende le possibilità del mercato stesso di contribuire alla soluzione di problemi sociali ed ambientali, non si sottrae alla competizione e realizza appieno il principio di sussidiarietà, sottoponendo il modello all’approvazione del voto con il portafoglio dei cittadini responsabili. È senz’altro ora di rimboccarsi le maniche e operare per la rinascita di un’economia reale messa da parte dopo essere stata usata come trampolino di lancio per la più ineffabile speculazione finanziaria che l’uomo ricordi.
Fabio Salviato
Fabio Salviato
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