Ecco il Novello, piacere low cost
di Eleonora Cozzella
Non è più il vino un tempo snobbato dagli intenditori: il Novello sta vivendo la sua rivincita, iniziata tra le mura domestiche e proseguita grazie a un sempre maggiore pubblico di giovani enoappassionati.
Freschezza e prezzo contenuto sono la formula magica. E per esaltarlo adesso ha anche un bicchiere disegnato ad hoc. Un calice di vetro ‘sonoro superiore’ soffiato e lavorato a mano, realizzato da Zafferano su progetto del designer veneziano Federico de Majo, che ha avuto l’ok da una commissione di esperti del mondo enologico.
| 4,71 euro il prezzo medio di una bottiglia, 8,50 euro la più cara, 2,10 la più economica | ||
| 11.150.295 bottiglie prodotte in Italia, per un fatturato stimato di 52,5 milioni di euro | ||
| Castagne, carni bianche, crostate, dolci con cioccolato e frutti di bosco, piatti speziati |
Dal 6 novembre, dunque lo si può acquistare nelle enoteche e attraverso i canali della grande distribuzione.
Mentre il fratello maggiore Beaujolais Nouveau arriverà nelle brasserie d’Oltralpe il 20 novembre, cioè, come da tradizione, il terzo giovedì del mese. Ma se in Francia è prodotto in un’unica regione con un unico tipo di uva (Gamay), nella Penisola da nord a sud, è un susseguirsi di diverse possibilità di scelta: le oltre 80 etichette monovitigno rendono il panorama estremamente variegato, dal Merlot al Barbera, dal Primitivo al Nero D’Avola, e poi ancora Aglianico, Corvina, Refosco, Cannonau, Marzemino, Montepulciano, Cabernet, Teroldego ecc. per un totale di circa 11 milioni di bottiglie che saranno stappate tra novembre e dicembre a mo’ di atteso rito di passaggio tra l’autunno e l’inverno.
Si tratta solo dello 0,18 per cento della produzione vinicola made in Italy, quindi in un certo senso una produzione di nicchia, eppure a prezzi alla portata di tutti: il costo medio è di 4,70 euro a bottiglia. Non stupisce quindi che sia la scelta specie dei giovani e delle famiglie. Ma anche gli intenditori lo gradiscono.
Fabio Rizzari, curatore con Ernesto Gentili della Guida dei Vini de L’espresso, lo apprezza fin da tempi non sospetti, quando invece molti non lo consideravano nemmeno un vino vero e proprio. “Invece lo è a tutti gli effetti”, dice Rizzari.
“I novelli sono semplici, elementari ma molto piacevoli e di grande bevibilità. Certo non possono regalare la complessità e ricchezza di un vino prestigioso ma nella loro prevedibilità sta il pregio. Soprattutto qualche anno fa, quando andavano di moda a tutti i costi i vini ‘muscolari’, i novelli erano un’alternativa leggera di godibilità e ancora oggi preferisco un bel novello fatto bene a un vino pretenzioso e pesante. E poi quelli attuali – dopo tanti anni di ‘allenamenti’ – sono vini di tutto rispetto, assai migliori dei primi tempi”.
Il Novello in Italia è apparso nel 1975, quando Giacomo Tachis, enologo dei Marchesi Antinori, decise di provare il sistema della macerazione carbonica dopo un viaggio in Francia. Qui infatti era già nato negli anni Trenta, risultato quasi casuale di ricerche sulla conservazione dell’uva da tavola. Uno dei diversi esperimenti consisteva nel lasciare l’uva a una temperatura di 0° C sotto uno strato di anidride carbonica: gli acini erano diventati piacevolmente frizzanti, ma non adatti alla vendita. Allora provarono a spremerli e i primi vignaioli a produrlo erano appunto nella regione del Beaujolais.
Dal 1975 a oggi, il Novello ha fatto molta strada e per gustarlo presto si potrà trovare probabilmente anche il bicchiere ad hoc, prodotto per ora in edizione limitata per Anteprima Novello di Verona Fiere. La forma è studiata per esaltare il gusto fruttato e morbido e valorizzarne il bouquet aromatico: il bicchiere è rotondo e richiama la forma di un acino, lo stelo – lungo e solido – poggia su una base dal diametro leggermente più stretto del calice e permette un’impugnatura comoda. Una linea molto raffinata, insomma, quasi ad affermare che anche un vino giovane, vivace, da servire fresco può essere elegante.
Ma per accompagnare quali piatti? “L’abbinamento classico – dice Fabio Rizzari – è con le castagne o le carni bianche, ma il suo frutto morbido e i pochi tannini lo rendono ideale anche con crostate, dolci con cioccolato e frutti di bosco e magari piatti etnici. Si sposa bene infatti con cibi speziati come il pollo al curry o il pollo thai”.
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