La decisione di Antonio Bassolino di andare avanti dopo il rinvio a giudizio lascia apparentemente immutato lo scenario politico in Campania. Sebbene il governatore debba fare i conti con una maggioranza che dopo l’uscita dell’Udeur e la sfiducia dei Socialisti è di colpo divenuta risicata, difficilmente il Consiglio regionale potrà sciogliersi se non sarà lo stesso Bassolino a fare un passo indietro. Cosa che per il momento il governatore ha escluso di voler fare. Tuttavia la strada per lui non sarà in discesa. Il governatore, infatti, dovrà fare i conti con la difficoltà di tenere coesa una maggioranza che tra defezioni e vicende giudiziarie ora come ora può contare su soli 31 consiglieri (erano 41 fino ad un mese fa) e dove anche tra gli alleati non mancano le voci critiche, specie a sinistra. Davanti ad un’opposizione che ne chiede le dimissioni, e sembra meno disposta che in passato a fare sconti, è il solo Pd a fare quadrato intorno al governatore, e le richieste di discontinuità che piovono da sinistra (Prc e Sinistra Arcobaleno chiedono una svolta e voto in tempi rapidi), non è un caso che sia stato lo stesso Bassolino, nel dibattito svoltosi in settimana, a parlare realisticamente di un ’sentiero stretto’. Un sentiero sul quale incamminarsi per andare avanti con la legislatura almeno per un altro anno, profilando anche l’ipotesi di andare al voto prima della scadenza naturale del 2010. “Abbiamo di fronte obiettivi impegnativi su cui dobbiamo lavorare con slancio e determinazione - ha detto Bassolino in Consiglio - come la soluzione dell’emergenza rifiuti, alcuni grandi progetti per lo sviluppo, lo statuto, la nuova legge elettorale, le deleghe agli enti locali. Darsi questi obiettivi significa avere davanti almeno un anno di lavoro. Dopodiché si farà una riflessione per vedere se - come io mi auguro - ci saranno le condizioni per andare avanti oppure se invece può essere giusto dare la parola ai cittadini”. Bassolino, rispondendo poi ad alcuni interventi che gli avevano attribuito la volontà di andare avanti in ogni caso fino al 2010, aveva sottolineato: “Io non ho detto che penso di andare avanti fino alla fine del 2010 certamente e ad ogni costo. Ma, che siamo consapevoli di avere davanti ‘un sentiero stretto’”. In un Consiglio dove i numeri sono incerti sarà da verificare inoltre l’atteggiamento che assumerà l’Italia dei Valori il cui leader Antonio Di Pietro chiede le dimissioni del governatore ma i cui esponenti campani sembrano più tiepidi nel volere la fine della consiliatura. Dunque, Bassolino - come lui stesso ammette - ha davanti a sé un sentiero stretto. Se si allargherà o restringerà ulteriormente molto potrebbe dipendere anche dall’esito dalle prossime elezioni politiche in Campania, su cui la vicenda rifiuti potrebbe giocare un ruolo importante.
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