mercoledì, gennaio 02, 2008

Salari e contratti, ultimatum dei sindacati al governo


Salari in picchiata, bollette sempre più care, spesa sempre più magra e non solo per i cenoni dfelle feste, mutui e prestiti sempre più difficili da onorare. I sindacati lanciano il guanto di sfida sulla questione salariale al governo. «Invece di parlare continuamente di riforme lontanissime dai veri bisogni della gente si intervenga sulle urgenze reali, che sono: più salario, più occupazione, più capacità di competere» dice Raffaele Bonanni, segretario della Cisl, dopo il discorso di fine anno con cui anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha messo l'accento sull'emergenza lavoro, dai salari al precariato alla sicurezza, un riferimento marcato e molto apprezzato dal segretario della Cgil Guglielmo Epifani che spera sia «di buon auspicio» per la trattativa con il governo.

Da parte sua iIl governo accetta la sfida. Il ministro del Lavoro Cesare Damiano fissa l'aumento delle retribuzioni e la tutela del potere d'acquisto dei lavoratori dipendenti come « il prossimo obiettivo» del Governo. «Dobbiamo - dice il ministro il primo giorno dell'anno - perseguire a tutti i costi questo obiettivo. Soprattutto per i redditi medio-bassi».

Ma i sindacati fanno sapere che non accetteranno solo briciole. Bonanni in particolare dice di aspettarsi risposte concrete altrimenti mette sul tavolo anche la minaccia di uno sciopero generale. «Il 2008 - dice - deve essere l'anno per una vera riforma contrattuale e su questo dobbiamo impegnarci tutti, compresa la classe dirigente italiana». Il primo round a Palazzo Chigi si terrà l'8 gennaio.

Nel frattempo ci sono 6 milioni e mezzo di lavoratori in attesa di rinnovi contrattuali. Statali, metalmeccanici, lavoratori del commercio, dipendenti delle ferrovie, giornalisti, personale di alcuni settori dell'energia e delle manifatture. Nei prossimi giorni ripartiranno le trattative.

E si sottolinea la situazione di alcune categorie, per esempio enti locali e sanità pubblica, che non hanno ancora visto rinnovato il biennio economico 2004-2005 nonostante un accordo quadro Governo-sindacati siglato nel maggio scorso, che prevedeva aumenti medi mensili pari a 101 euro nel pubblico impiego. Nel frattempo, a San Silvestro è scaduto anche il biennio 2006-2007.Molto complicata pure la vicenda dei giornalisti, la cui trattativa è ferma al palo da quasi tre anni per l'indisponibilità della controparte a sedersi al tavolo negoziale.

Dopo l'approvazione del Protocollo Welfare, rivendicata dal ministro Damiano per le «misure che valgono quasi 40 miliardi di euro per il prossimo decennio» come dimostrazione di quanto il governo ha fatto sotto il profilo sociale nel sostanziale di quanto concordato con le parti sociali, l'impegno è quello di «proseguire sulla strada della concertazione». I temi che restano da affrontare sono però molti e spinosi: dalla riforma degli ammortizzatori al fisco, dalla restituzione del fiscal drag - obiettivo indicato anche dal governatore di Bankitalia Draghi - al nodo della riforma della contrattazione, appunto.

Su tutte queste questioni, è già prevista una riunione della segretaria unitaria delle tre confederazioni sindacali per il prossimo 15 gennaio.

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