Oggi sono stato al Vulcano Buono. La grande struttura progettata da Renzo Piano è in via di completamento, almeno nelle aree esterne, ma già è in piana funzione. Sull'impatto di questi grandi centri commerciali, nuove agorà, riflettevo con gli amici. Poi ho trovato su Repubblica dello scorso 8 dicembre un bel pezzo di Antonio Corbo e pubblico quello, per ora.
Cinquantamila visitatori il primo giorno: viaggio tra i segreti dei nuovi santuari dello shopping
Vulcano Buono, stile America “Qui si vende anche sicurezza”
L´invasione dei centri commerciali batte racket e rapine
di Antonio Corbo Repubblica - Napoli
Dal nostro inviato
NOLA - L´impiegato si chiama Andrea. Il cartellino al petto dice Audrey. Viene da Napoli, parla un italiano cortese, e ripete sempre: «Okay». In profumeria sta con dodici colleghe. Chi entra, sfiora dodici sorrisi e dodici buongiorno. Appena fissi uno shampoo, una delle dodici si avvicinerà: «Posso fare qualcosa per lei?» basta far cenno di sì, e anche lei dirà subito: «Okay». Il negozio è il “Douglas”, riceve con un blues, sembra la voce di Beyoncé, sarà proprio lei, la splendida mulatta di Live at Wembley. Benvenuti, siete atterrati in un pezzo di California, vent´anni fa erano già così le Gallery nelle lande disabitate di Santa Monica, Copertino e San Diego, da ieri c´è “Vulcano Buono”. Non è solo la genialità di un architetto, Renzo Piano. Non è solo un Vesuvio alto 42 metri che nasconde sotto le sue gobbe 156 negozi, 2.500 che si agitano per vendere e vigilare, 50 mila visitatori il primo giorno, ma oggi e domani anche di più, oltre centomila. “Vulcano Buono” è un´illusione di futuro, è un´atmosfera, è la magia di vendere a venti minuti di autostrada gli stessi prodotti in modo diverso, a prezzi più bassi. Almeno in questo il vulcano è buono con chi ci va.
Si può sapere quanti sono entrati ieri, alle dieci il primo ingorgo nel viale Capri che precede Amalfi e Ischia in una libera mappa delle meraviglie. Ottomila posti auto, oggi e domani forse non bastano, chi l´avrebbe mai detto? Non si può calcolare l´incasso, non molto, tutti a guardare, pochi a comprare, fino alle 14 non funzionava il bancomat della Bps, ferme le linee delle carte di credito. Contanti o arrivederci. Ma si può capire perché avrà successo anche il quinto Auchan dopo Mugnano, Pompei, Volla e Giugliano? E fossero solo Auchan. Quante cattedrali dello shopping, da Ikea al Campania, da Ipercoop a Leroy Merlin, fino a Mandi. Dirottati i flussi economici dai negozi isolati ai grandi centri: perché? Si tenta di capirlo a Nola, nel più giovane ed eccentrico della catena legata a Simon Property Group, sede a Indianapolis, 285 insegne in 39 Stati americani.
Primo motivo, qui si vende sicurezza. Finalmente percepita. Ha una intelligence di un ex vicequestore con ex ispettori di Dia e Mobile. Guidano un esercito: i parcheggi non sono recintati, ma vigilano 26 della Sogesi, dirigono anche il traffico interno, con 15 motociclisti della Leonessa e 15 pattuglie in auto della Nuova Lince. La Hunter Security è all´interno con 60 agenti in 24 ore, addestrati in sei mesi dalla Delta, circuito tv con 25 occhi che frugano in ogni angolo. Per chi viene dalle strade della paura, è un sollievo. Chi vende non teme rapinatori o messi del racket. La tragedia di Sant´Antimo, il tabaccaio ucciso, è un incubo per chi sta fuori dagli agglomerati commerciali. Una sicurezza che costa: per 120 metri quadri, 60 mila euro annui di affitto e 19 mila di condominio. «Al Vulcano Buono, venga a vedere, ci sono sei gioiellerie senza porte». Si vendono Rolex come fossero Swatch.
I prezzi. Incidono in un settore: l´informatica. “Media World” urla un neologismo, “sottocostissimo”. Funziona se c´è all´ingresso un corridoio d´emergenza con transenne di 50 metri, all´uscita una fila di dieci con tre casse in azione. «La gente è convinta di trovare al prezzo più basso l´ultimo computer in questo ramo dove un pezzo il giorno dopo è già vecchio». Sono bravi nel vendere una certezza di novità. Il resto lo fa la musica. Cambia in ogni sala: Disney Channel di Hannah Montana per i giocattoli, un ossessivo techno per “Reds” che ti bombarda di suoni e volantini per far sapere che vende a metà prezzo i jeans e abiti da vecchi teddy-boys. Se sale il prezzo, migliora la musica, “Umberto Giugliano” vende con il jazz melodico di Amalia Grè, ma confida: «Ho dei negozi a Nola di alto prezzo e qualità. I miei cashemere non li ha nessuno. Costano. Qui comincio con abiti medio-alti, poi si vede. A Nola rischiavo di essere confinato, non poteva mancare il mio marchio». Il “Vulcano Buono” impoverisce e non aiuta Nola?
«Io dico di no», si ribella il sindaco Felice Napolitano, e l´ho detto ai commercianti. Non aspettate che il Vulcano cambi Nola. Meglio che Nola cambi da sola, con coraggio e intraprendenza. È una sfida che deve svegliarci», ha spento nel consiglio di mercoledì anche le polemiche sulle assunzioni. «Entreranno un po´ per volta tutti i nolani che hanno frequentato i corsi della Regione». Su ottocento, hanno trovato posto 380, ma non è finita. La selezione è severa: le ragazze alle casse dell´ipermercato sono di buon livello. «Dalla domanda ad oggi è passato un anno, con due prove e 5 mesi di corso», spiegano. Parlano almeno due lingue, ma si son visti solo italiani, ieri.
Anche dicembre aiuta. «Abbiamo bruciato le tappe per essere puntuali con la tredicesima». Si vendono piccoli oggetti, sono tempi magri, ma il “pensierino” in questo tempio del Natale povero sembra un gran dono. Fili, carte, nastri in una girandola di luci. Vince il gadget. “Z” ha 50 punti vendita in Italia, tutti in gallerie, per tre tutine di neonato regala il doudou, orsacchiotto che il bimbo stringe mentre dorme. Dice Amalia: «Il Vulcano è diverso, riesce ad essere bellissimo anche un centro commerciale». La bellezza è l´anima del commercio. Un Babbo Natale che si fa notare, una modella in minigonna, a metà tra la Ferilli e la Incontrada. Vetrine addobbate, non troverete mai Buon Natale nelle vetrine. Ma “Merry Christmas”. Ciao America.
Vulcano Buono, stile America “Qui si vende anche sicurezza”
L´invasione dei centri commerciali batte racket e rapine
di Antonio Corbo Repubblica - Napoli
Dal nostro inviato
NOLA - L´impiegato si chiama Andrea. Il cartellino al petto dice Audrey. Viene da Napoli, parla un italiano cortese, e ripete sempre: «Okay». In profumeria sta con dodici colleghe. Chi entra, sfiora dodici sorrisi e dodici buongiorno. Appena fissi uno shampoo, una delle dodici si avvicinerà: «Posso fare qualcosa per lei?» basta far cenno di sì, e anche lei dirà subito: «Okay». Il negozio è il “Douglas”, riceve con un blues, sembra la voce di Beyoncé, sarà proprio lei, la splendida mulatta di Live at Wembley. Benvenuti, siete atterrati in un pezzo di California, vent´anni fa erano già così le Gallery nelle lande disabitate di Santa Monica, Copertino e San Diego, da ieri c´è “Vulcano Buono”. Non è solo la genialità di un architetto, Renzo Piano. Non è solo un Vesuvio alto 42 metri che nasconde sotto le sue gobbe 156 negozi, 2.500 che si agitano per vendere e vigilare, 50 mila visitatori il primo giorno, ma oggi e domani anche di più, oltre centomila. “Vulcano Buono” è un´illusione di futuro, è un´atmosfera, è la magia di vendere a venti minuti di autostrada gli stessi prodotti in modo diverso, a prezzi più bassi. Almeno in questo il vulcano è buono con chi ci va.
Si può sapere quanti sono entrati ieri, alle dieci il primo ingorgo nel viale Capri che precede Amalfi e Ischia in una libera mappa delle meraviglie. Ottomila posti auto, oggi e domani forse non bastano, chi l´avrebbe mai detto? Non si può calcolare l´incasso, non molto, tutti a guardare, pochi a comprare, fino alle 14 non funzionava il bancomat della Bps, ferme le linee delle carte di credito. Contanti o arrivederci. Ma si può capire perché avrà successo anche il quinto Auchan dopo Mugnano, Pompei, Volla e Giugliano? E fossero solo Auchan. Quante cattedrali dello shopping, da Ikea al Campania, da Ipercoop a Leroy Merlin, fino a Mandi. Dirottati i flussi economici dai negozi isolati ai grandi centri: perché? Si tenta di capirlo a Nola, nel più giovane ed eccentrico della catena legata a Simon Property Group, sede a Indianapolis, 285 insegne in 39 Stati americani.
Primo motivo, qui si vende sicurezza. Finalmente percepita. Ha una intelligence di un ex vicequestore con ex ispettori di Dia e Mobile. Guidano un esercito: i parcheggi non sono recintati, ma vigilano 26 della Sogesi, dirigono anche il traffico interno, con 15 motociclisti della Leonessa e 15 pattuglie in auto della Nuova Lince. La Hunter Security è all´interno con 60 agenti in 24 ore, addestrati in sei mesi dalla Delta, circuito tv con 25 occhi che frugano in ogni angolo. Per chi viene dalle strade della paura, è un sollievo. Chi vende non teme rapinatori o messi del racket. La tragedia di Sant´Antimo, il tabaccaio ucciso, è un incubo per chi sta fuori dagli agglomerati commerciali. Una sicurezza che costa: per 120 metri quadri, 60 mila euro annui di affitto e 19 mila di condominio. «Al Vulcano Buono, venga a vedere, ci sono sei gioiellerie senza porte». Si vendono Rolex come fossero Swatch.
I prezzi. Incidono in un settore: l´informatica. “Media World” urla un neologismo, “sottocostissimo”. Funziona se c´è all´ingresso un corridoio d´emergenza con transenne di 50 metri, all´uscita una fila di dieci con tre casse in azione. «La gente è convinta di trovare al prezzo più basso l´ultimo computer in questo ramo dove un pezzo il giorno dopo è già vecchio». Sono bravi nel vendere una certezza di novità. Il resto lo fa la musica. Cambia in ogni sala: Disney Channel di Hannah Montana per i giocattoli, un ossessivo techno per “Reds” che ti bombarda di suoni e volantini per far sapere che vende a metà prezzo i jeans e abiti da vecchi teddy-boys. Se sale il prezzo, migliora la musica, “Umberto Giugliano” vende con il jazz melodico di Amalia Grè, ma confida: «Ho dei negozi a Nola di alto prezzo e qualità. I miei cashemere non li ha nessuno. Costano. Qui comincio con abiti medio-alti, poi si vede. A Nola rischiavo di essere confinato, non poteva mancare il mio marchio». Il “Vulcano Buono” impoverisce e non aiuta Nola?
«Io dico di no», si ribella il sindaco Felice Napolitano, e l´ho detto ai commercianti. Non aspettate che il Vulcano cambi Nola. Meglio che Nola cambi da sola, con coraggio e intraprendenza. È una sfida che deve svegliarci», ha spento nel consiglio di mercoledì anche le polemiche sulle assunzioni. «Entreranno un po´ per volta tutti i nolani che hanno frequentato i corsi della Regione». Su ottocento, hanno trovato posto 380, ma non è finita. La selezione è severa: le ragazze alle casse dell´ipermercato sono di buon livello. «Dalla domanda ad oggi è passato un anno, con due prove e 5 mesi di corso», spiegano. Parlano almeno due lingue, ma si son visti solo italiani, ieri.
Anche dicembre aiuta. «Abbiamo bruciato le tappe per essere puntuali con la tredicesima». Si vendono piccoli oggetti, sono tempi magri, ma il “pensierino” in questo tempio del Natale povero sembra un gran dono. Fili, carte, nastri in una girandola di luci. Vince il gadget. “Z” ha 50 punti vendita in Italia, tutti in gallerie, per tre tutine di neonato regala il doudou, orsacchiotto che il bimbo stringe mentre dorme. Dice Amalia: «Il Vulcano è diverso, riesce ad essere bellissimo anche un centro commerciale». La bellezza è l´anima del commercio. Un Babbo Natale che si fa notare, una modella in minigonna, a metà tra la Ferilli e la Incontrada. Vetrine addobbate, non troverete mai Buon Natale nelle vetrine. Ma “Merry Christmas”. Ciao America.
2 commenti:
Si, probabilmente lo e
molto intiresno, grazie
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