mercoledì, dicembre 05, 2007

Qualiano, cimitero degli orrori: tre arresti Traffico di lapidi e appropriazioni di ornamenti funerari.

se si arriva a questo non stiamo messi proprio bene....

«Un vero e proprio lucro del defunto ignoto»


inchiesta partita dalla denuncia dei parenti dei morti
Qualiano, cimitero degli orrori: tre arresti
Traffico di lapidi e appropriazioni di ornamenti funerari. Il pm Aldo De Chiara: «Perché non pensare a un garante dei defunti?»

NAPOLI - Salme profanate e abbandonate per liberare loculi a favore di altri, lapidi di defunti dimenticati rivendute per un prezzo che oscillava dai 600 ai 1000 euro, frode ai danni del Comune, smaltimento illecito dei rifiuti. Le accuse degli inquirenti descrivono un cimitero degli orrori. È quello scoperto a Qualiano , dai carabinieri della compagnia di Giugliano, che su ordine della procura di Napoli hanno eseguito tre arresti nell’ambito di un’operazione che ha messo in luce un macabro business sulle salme. Protagonisti della gestione a dir poco disinvolta del cimitero il custode, Saverio D’Alterio, l’interratore Giuseppe Perfetto e il titolare della ditta Marta, Benedetto Brancaccio che aveva in appalto l’illuminazione del cimitero.
Nell’indagine denominata «Ei fu», condotta dal pm Maria Cristina Ribera, sono indagati anche due dipendenti del Comune di Qualiano, un addetto all’igiene e alla sanità e un geometra dell’ufficio tecnico. I due sarebbero responsabili dei mancati controlli da parte del Comune sulle attività illecite che avevano luogo nel cimitero. Nei confronti dei tre arrestati anche l’accusa di violazione di sepolcro e vilipendio di cadavere. I carabinieri della compagnia di Giugliano, coordinati dal capitano Alessandro Andrei, hanno scoperto che il custode e l’interratore del cimitero lasciavano le bare aperte per accelerare il processo di mineralizzazione delle salme, e quindi ’liberarè spazi da rivendere.
Ma tra le accuse rivolte a Saverio D’Alterio e a Giuseppe Perfetto c’è anche quella di smaltimento illecito dei rifiuti cimiteriali. I due avevano trovato anche un modo per ripulire gratis le bare dai liquidi residui dell’estumulazione accantonandole capovolte in prossimità dei tombini che convogliano le acque piovane. Diverse le fonti di guadagno per gli arrestati. Oltre alle lapidi dalle quali veniva cancellato il vecchio nome e inciso quello nuovo, il titolare della ditta «Marta», Benedetto Biancaccio, non avrebbe versato al Comune le percentuali di incasso sul servizio appaltato di illuminazione (una somma che ammonterebbe a circa 40 mila euro) nè avrebbe eseguito i lavori di ammodernamento e messa a norma dell’impianto elettrico per i quali era prevista una spesa di 180 mila euro. Nelle abitazioni del custode del cimitero e di uno dei dipendenti comunali indagati, sono state inoltre trovate ingenti somme di denaro e assegni postdatati che fanno pensare al coinvolgimento di altre persone nell’affare. «Un vero e proprio lucro del defunto ignoto» definisce l’affare il procuratore aggiunto Aldo De Chiara che si interroga sulla necessità di istituire un garante del defunto. «Esistono i garanti dei consumatori - ha osservato De Chiara - e da poco hanno istituito anche un garante dei detenuti. Perchè non si pensa a istituire anche un organo che assista i parenti dei defunti?».

1 commento:

Anonimo ha detto...

Perche non:)