martedì, ottobre 02, 2007

PROSTITUZIONE - "Un problema sociale, non di ordine pubblico"

Presentato al Viminale il rapporto dell’Osservatorio sulla prostituzione, che lancia 32 proposte operative. Giro di vite sulla prostituzione minorile, con l’estensione dell’inescusabilità dell’error aetatis della vittima. E possibilità dei sindaci di vietare l’esercizio in zone sensibili, con multe per prostitute e clienti. Le associazioni chiedono un sistema nazionale d’accoglienza per i minori. Il sottosegretario Lucidi: “è un problema sociale, non di ordine pubblico”. Intanto Amato promette un apposito decreto legge per recepire le proposte, “separato dal pacchetto sicurezza”. Soddisfatti Caritas e Cnca, ma per Don Benzi (Papa Giovanni XXIII) è un “documento inutile e dannoso”.

- Boom dei permessi di soggiorno articolo 18 per le vittime di tratta, dopo la circolare ministeriale del 28 maggio. Da giugno ad agosto 147 permessi rilasciati contro i 96 dei primi 5 mesi dell’anno.

- Aumentano le denunce per sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione: +16,5% nel 2006 e +17,24% per le denunce contro la prostituzione minorile. I gruppi criminali rumeni soppiantano i sodalizi albanesi, mentre cresce lo sfruttamento delle donne cinesi, nigeriane e sudamericane.

1 commento:

Anonimo ha detto...

La realtà attuale della prostituzione è poliedrica e ciò rende necessario individuare, tenuto fermo l'impegno di repressione della tratta e dello sfruttamento, un complesso di misure sociali di riduzione del danno, teso soprattutto alla protezione delle vittime, specialmente se minorenni e straniere». Lo ha detto il ministro dell'Interno Giuliano Amato, presentando al Viminale la relazione sulle attività svolte, nel primo semestre del 2007, dall'Osservatorio sulla prostituzione e sui fenomeni delittuosi connessi. «Non è - tiene a precisare il ministro - il rapporto del Viminale, ma un rapporto che nasce da soggetti sociali che, a vario titolo, operano sulle questioni della prostituzione, quindi, sufficientemente articolato e comprensivo del tema della prostituzione». Critico nei confronti del lavoro dell'Osservatorio, don Oreste Benzi, fondatore dell'associazione comunità papa Giovanni XXIII, secondo il quale il modo in cui è stato affrontato il fenomeno prostituzione nella relazione non porta all'obiettivo di «liberazione delle ragazze», quanto piuttosto «favorisce i clienti e gli sfruttatori delle prostitute».

La relazione evidenzia come la prostituzione non possa essere considerata solo un fattore da reprimere perché capace di influenzare negativamente la sicurezza pubblica, quanto piuttosto un elemento complesso da gestire in un ottica di sicurezza sociale. L'Osservatorio propone, quindi, un «pacchetto» di 32 interventi da promuovere sul territorio, con la sinergia dei soggetti pubblici e privati. «Alcune di queste proposte e, magari, altre che potranno venire in seguito - spiega Amato - costituiranno la base di un nuovo provvedimento legislativo, da presentare in Parlamento. Saranno norme che viaggeranno autonomamente, rispetto al pacchetto sicurezza».

Tra le proposte avanzate dall'Osservatorio, da evidenziare, in tema di protezione dei minorenni, l'introduzione di una disciplina speciale della prescrizione per i reati di sfruttamento sessuale, tratta, abuso sessuale, prostituzione, commessi a danno di minori e l'estensione dell'inescusabilità dell'errore aetatis della vittima (già prevista per la violenza sessuale, relativamente a vittima minore dei 14 anni) ai reati di schiavitù, tratta, prostituzione minorile, sfruttamento sessuale, commessi in danno dei minori.

Per quanto riguarda, poi, la lotta alla prostituzione, l'Osservatorio propone che si possa escludere la prostituzione da alcuni luoghi pubblici, previamente stabiliti in via generale, quando la tutela di interessi comuni a tutti diventi prevalente (per esempio, luoghi frequentati abitualmente da minori, luoghi di culto, luoghi di cura), applicando ai clienti e alle prostitute una sanzione amministrativa pecuniaria, in luogo di una sanzione penale.

Sul fronte, infine, della prevenzione e contrasto della tratta di persone, la relazione propone di modificare la legge 228/2003, che ha riformulato, il delitto di tratta, soprattutto, sganciando le misure di prevenzione patrimoniale dal procedimento relativo alle misure di prevenzione personale.