domenica, ottobre 07, 2007

Napoli e Partito Democratico: No a seggi in case e uffici, giallo sulle schede

dal Mattino. Corrado Castiglione.
Fuori le case private e gli studi professionali: così prosegue il lavoro dell’Utap di Napoli (l’ufficio tecnico amministrativo provinciale), che taglia dall’elenco di oltre 350 seggi una decina di postazioni considerate assolutamente da scartare per garantire assoluta imparzialità al voto delle primarie del Pd in programma il 14 ottobre. Restano in elenco, dunque, soltanto sedi acclarate di sezioni di partito, di associazioni, di patronati. La conclusione del lavoro però slitta ad oggi e avviene nel pieno di una spaccatura, con l’area Letta che sceglie di disertare la riunione decisiva. Il rappresentante dello schieramento, il consigliere comunale Ds Carmine Simeone, chiede chiaro e tondo: «Intervengano i livelli nazionali». D’altro canto i nodi sono sempre quelli: qualcuno chiede un supplemento di seggi anche in centri molto piccoli (come a Camposano), qualcun altro solleva il problema di coperture da assicurare in città del tutto prive di seggi, come per Melito e per Frattamaggiore, qualcun altro ancora muove rilievi semplicemente per ottenere più cabine sotto casa, per un puro ma malinteso senso di campanilismo oppure per «controllare» meglio le operazioni di voto. E la riunione dell’Utap va avanti anche con toni anche accesi per la dislocazione dei seggi, come avviene tra diessini separati in casa, il consigliere provinciale Ciro Cacciola (che sostiene Salvatore Piccolo) e l’assessore al Comune di Napoli Gennaro Mola (che sostiene Tino Iannuzzi). Le rimostranze sono diffuse, in tanti schieramenti. Non solo nell’area Letta. Anche il candidato alla segreteria regionale Salvatore Piccolo lancia accuse: «Non è tollerabile questa situazione in cui alcuni ritengono che il voto sia una cosa propria. È semplicemente assurdo». Ma i problemi non finiscono qui. Perché il ritardo con cui si procede per l’individuazione e per la composizione dei seggi elettorali a Napoli può determinare ulteriori difficoltà alla macchina organizzativa delle primarie in tutta la regione. Infatti, il passo successivo dovrebbe essere la determinazione delle platee elettorali, un lavoro ancora più complesso e in ogni caso indispensabile per assicurare l’assoluta regolarità delle operazioni alle urne. Ancora: si dovrà provvedere all’individuazione degli scrutatori e dei presidenti di seggio, vale a dire di un popolo di militanti che sarà composto almeno da 3mila persone. Il calcolo è presto fatto: c’è bisogno di almeno 4 scrutatori (uno per ogni schieramento nel regionale) per seggio. Il numero delle postazioni, per difetto, è di 700, ma nel Pd campano c’è ancora chi sogna di arrivare a 800. Ci sono poi da aggiungere i presidenti. Infine, il nodo schede: ne serviranno due per ogni elettore, visto che il 14 ottobre si vota sia per l’assemble regionale che per quella nazionale. E data la stima prevista, di circa 100mila elettori, si calcola che ne serviranno almeno 200mila. E già circolano le indiscrezioni che le schede stampate siano in misura largamente inferiore. Imprecisioni che in sette giorni si possono tranquillamente superare. Ma con le polemiche che impazzano tra gli schieramenti anche le più banali difficoltà organizzative possono rischiare di diventare insormontabili.

1 commento:

Anonimo ha detto...

ricorda che Pasquale Orlando è candidato alle primarie per la lista Letta al Collegio 25
Cercola, Massa di Somma, Pollena Trocchia, San Giorgio a Cremano, San Sebastiano al Vesuvio, Volla.
ciao Titti