Nel giorno in cui si appresta ad intervenire alla 62esima sessione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, Romano Prodi ricorda la sua recente lettera aperta ai 55 Premi Nobel - dal Dalai Lama a Mikhail Gorbachev, da Desmond Tutu a Lech Walesa - e rilancia dalle colonne di Repubblica il progetto di risoluzione Onu sulla moratoria universale della pena di morte, in vista della sua abolizione. "Una risoluzione delle Nazioni Unite contro la pena di morte potrebbe dimostrare che l'uomo di oggi è migliore di quello di ieri. Sarebbe un risultato enorme, destinato ad incidere sulla nozione stessa di progresso. Un risultato che aprirebbe le porte ad un futuro piu' giusto", scrive il premier.
Il presidente del Consiglio ricorda quanto sta facendo l'Italia contro la pena di morte e sottolinea l'importanza dell'appuntamento di questi giorni a New York con l'assemblea generale dell'Onu. Durante l'assemblea "l'Unione Europea e vari paesi in rappresentanza di ogni regione del mondo presenteranno una risoluzione per la moratoria universale. L'obiettivo è giungere al più presto alla sua approvazione. L'Italia -scrive Prodi- è da sempre impegnata in questa battaglia e ha svolto in questi mesi un ruolo decisivo perché si formasse il più ampio consenso possibile in Europa e nel mondo".
"La pena di morte è un atto estremo, contrario ai più elementari principi di convivenza civile, che si e' alimentato nei secoli grazie alla logica della violenza che chiama violenza in una catena senza fine. Oggi abbiamo un'occasione unica per affrancarci, per provare a spezzare questa catena", conclude Prodi.
Il presidente del Consiglio ricorda quanto sta facendo l'Italia contro la pena di morte e sottolinea l'importanza dell'appuntamento di questi giorni a New York con l'assemblea generale dell'Onu. Durante l'assemblea "l'Unione Europea e vari paesi in rappresentanza di ogni regione del mondo presenteranno una risoluzione per la moratoria universale. L'obiettivo è giungere al più presto alla sua approvazione. L'Italia -scrive Prodi- è da sempre impegnata in questa battaglia e ha svolto in questi mesi un ruolo decisivo perché si formasse il più ampio consenso possibile in Europa e nel mondo".
"La pena di morte è un atto estremo, contrario ai più elementari principi di convivenza civile, che si e' alimentato nei secoli grazie alla logica della violenza che chiama violenza in una catena senza fine. Oggi abbiamo un'occasione unica per affrancarci, per provare a spezzare questa catena", conclude Prodi.
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