Una manifestazione di fede e di tradizione popolare
Ripetere gesti antichi e scoprirne la novità, come un evento vissuto per la prima volta, è chiara manifestazione dell’uomo di fede, sempre capace di meravigliarsi , di stupirsi.
Il cammino di ogni credente tende a quei cieli nuovi e a quella terra nuova, nei quali avrà stabile dimora la giustizia, e che bisogna raggiungere per riposare nella vera Patria di ogni amante della Verità. Per questo non esistono gesti e manifestazioni di fede che non richiamino a quella dimensione dinamica dell’andare verso la meta della quale Gesù è la Via.
Il pellegrinaggio ne è la manifestazione per eccellenza.
Per i soci delle Unioni Cattoliche Operaie il pellegrinaggio del lunedì di Pasqua verso il Santuario della Madonna dell’Arco, rappresenta una grande espressione di fede che offre un’efficace testimonianza, capace di tradursi in attrazione ed invito per chiunque ne fa esperienza anche solo per curiosità. Ne è conferma il numero sempre crescente di partecipanti, il perpetuarsi di questa tradizione attraverso le generazioni, lo conferma la forte emozione che è ancora capace di suscitare.
Anche quest’anno il lunedì dopo Pasqua, il pellegrinaggio a questo Santuario mariano dell’area vesuviana, per i devoti della Madonna, sarà la grande occasione per manifestare la propria fede. E sarà anche l’adesione filiale all’invito del nostro Cardinale Crescenzio Sepe che ha esortato a non soffocare la fede popolare, ma a ravvivarla, purificandola e rendendola accessibile anche alle giovani generazioni. E di fede e di tradizione popolare il nostro popolo è esperto, perché da sempre è stato capace di esprimerle nei gesti semplici del vivere quotidiano.
La nostra collaudata capacità di mostrare quello che riusciamo a vivere “dentro” supera i limiti del tempo e rende familiare anche il mistero più profondo.
Coloro che ci hanno preceduto hanno dato a questo pellegrinaggio una impronta così forte che è diventata indelebile ed attraente, non solo per i residenti e i lontani, ma anche per tutti quelli che, guardando il procedere sicuro, sereno, determinato di tanti fedeli, si sentono attratti a farsi compagni di viaggio verso quel “luogo” nel quale si venera Colei che cammina con noi per le vie del mondo.
Da Lei e con Lei abbiamo ripreso il cammino con una speranza nuova, una fiducia che dà serenità e pace. La Vergine Maria, alla quale continuamente il nostro amatissimo Arcivescovo Crescenzio affida ciascuno di noi, la nostra Chiesa e le sorti della storia, sicuramente condivide le nostre esperienze di difficoltà, di disagio, di sofferenza, fino a quando ci presenterà maternamente a suo Figlio , unica e vera meta del nostro pellegrinare.
Pasquale Oliviero Delegato Arcivescovile Unioni Cattoliche Operaie
Ripetere gesti antichi e scoprirne la novità, come un evento vissuto per la prima volta, è chiara manifestazione dell’uomo di fede, sempre capace di meravigliarsi , di stupirsi.
Il cammino di ogni credente tende a quei cieli nuovi e a quella terra nuova, nei quali avrà stabile dimora la giustizia, e che bisogna raggiungere per riposare nella vera Patria di ogni amante della Verità. Per questo non esistono gesti e manifestazioni di fede che non richiamino a quella dimensione dinamica dell’andare verso la meta della quale Gesù è la Via.
Il pellegrinaggio ne è la manifestazione per eccellenza.
Per i soci delle Unioni Cattoliche Operaie il pellegrinaggio del lunedì di Pasqua verso il Santuario della Madonna dell’Arco, rappresenta una grande espressione di fede che offre un’efficace testimonianza, capace di tradursi in attrazione ed invito per chiunque ne fa esperienza anche solo per curiosità. Ne è conferma il numero sempre crescente di partecipanti, il perpetuarsi di questa tradizione attraverso le generazioni, lo conferma la forte emozione che è ancora capace di suscitare.
Anche quest’anno il lunedì dopo Pasqua, il pellegrinaggio a questo Santuario mariano dell’area vesuviana, per i devoti della Madonna, sarà la grande occasione per manifestare la propria fede. E sarà anche l’adesione filiale all’invito del nostro Cardinale Crescenzio Sepe che ha esortato a non soffocare la fede popolare, ma a ravvivarla, purificandola e rendendola accessibile anche alle giovani generazioni. E di fede e di tradizione popolare il nostro popolo è esperto, perché da sempre è stato capace di esprimerle nei gesti semplici del vivere quotidiano.
La nostra collaudata capacità di mostrare quello che riusciamo a vivere “dentro” supera i limiti del tempo e rende familiare anche il mistero più profondo.
Coloro che ci hanno preceduto hanno dato a questo pellegrinaggio una impronta così forte che è diventata indelebile ed attraente, non solo per i residenti e i lontani, ma anche per tutti quelli che, guardando il procedere sicuro, sereno, determinato di tanti fedeli, si sentono attratti a farsi compagni di viaggio verso quel “luogo” nel quale si venera Colei che cammina con noi per le vie del mondo.
Da Lei e con Lei abbiamo ripreso il cammino con una speranza nuova, una fiducia che dà serenità e pace. La Vergine Maria, alla quale continuamente il nostro amatissimo Arcivescovo Crescenzio affida ciascuno di noi, la nostra Chiesa e le sorti della storia, sicuramente condivide le nostre esperienze di difficoltà, di disagio, di sofferenza, fino a quando ci presenterà maternamente a suo Figlio , unica e vera meta del nostro pellegrinare.
Pasquale Oliviero Delegato Arcivescovile Unioni Cattoliche Operaie
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