"Il volontariato e' la grande ricchezza del Paese". E' quanto afferma il premier Romano Prodi arrivando alla V Conferenza sul Volontariato, in corso a Napoli. "Sono venuto per prima cosa ad imparare- ha detto Prodi- secondo a lanciare un messaggio da parte del governo di grande fiducia". Secondo il presidente del Consiglio, "proprio il volontariato e' una missione importantissima per tenere insieme una societa', che ha necessita' di stare insieme e per sopperire a dei problemi grandissimi che abbiamo". La fortuna italiana, ha concluso Prodi, "e' che ci sono milioni di persone che fanno volontariato vero, cioe' quello non pagato in cui uno si mette a disposizione degli altri e questa e' la grande ricchezza del paese".
Fare volontariato significa "aver voglia di sporcarsi le mani in prima persona". Lo dice Romano Prodi, nel suo intervento nella seconda giornata della V Conferenza sul volontariato di Napoli. Le parole chiave della V Conferenza nazionale di Napoli, "che non a caso si svolge qui", osserva il presidente del Consiglio, sono gratuita', solidarieta', partecipazione". In Italia, continua il premier "sono censiti 4 milioni di volontari e di questi un milione sono quelli che operano in modo continuativo, inseriti in una organizzazione". Il volontariato, aggiunge Prodi, "e' una occasione di costruzione sociale, di sviluppo di un modello di coesione piu' forte e giusto".
"Dobbiamo necessariamente pensare ad un ammodernamento delle attuali regole del gioco". Lo afferma il presidente del Consiglio, Romano Prodi, durante il suo intervento alla V Conferenza nazionale sul volontariato di Napoli. "La legge per il volontariato (legge 266, ndr.)- spiega Prodi- sente certamente il peso dei suoi anni; tuttavia la strada a suo tempo imboccata e' quella giusta". Per questo, secondo il premier, "occorre migliorare la situazione esistente, senza pero' scomporre il molto di buono che e' stato fatto sino a questo punto nel settore".
Senza i legami sociali non puo' esserci alcuna crescita economica. Lo afferma il presidente del Consiglio Romano Prodi, durante il suo intervento alla V Conferenza nazionale del volontariato. Il vostro, continua Prodi rivolgendosi alla platea, "e' un lavoro che contribuisce a ricucire quei legami tra le persone che sono il fondamento della convivenza, insomma a costruire quel capitale sociale senza il quale non vi puo' essere neppure crescita economica".
da Vita non profit (redazione@vita.it)
Fare volontariato significa "aver voglia di sporcarsi le mani in prima persona". Lo dice Romano Prodi, nel suo intervento nella seconda giornata della V Conferenza sul volontariato di Napoli. Le parole chiave della V Conferenza nazionale di Napoli, "che non a caso si svolge qui", osserva il presidente del Consiglio, sono gratuita', solidarieta', partecipazione". In Italia, continua il premier "sono censiti 4 milioni di volontari e di questi un milione sono quelli che operano in modo continuativo, inseriti in una organizzazione". Il volontariato, aggiunge Prodi, "e' una occasione di costruzione sociale, di sviluppo di un modello di coesione piu' forte e giusto".
"Dobbiamo necessariamente pensare ad un ammodernamento delle attuali regole del gioco". Lo afferma il presidente del Consiglio, Romano Prodi, durante il suo intervento alla V Conferenza nazionale sul volontariato di Napoli. "La legge per il volontariato (legge 266, ndr.)- spiega Prodi- sente certamente il peso dei suoi anni; tuttavia la strada a suo tempo imboccata e' quella giusta". Per questo, secondo il premier, "occorre migliorare la situazione esistente, senza pero' scomporre il molto di buono che e' stato fatto sino a questo punto nel settore".
Senza i legami sociali non puo' esserci alcuna crescita economica. Lo afferma il presidente del Consiglio Romano Prodi, durante il suo intervento alla V Conferenza nazionale del volontariato. Il vostro, continua Prodi rivolgendosi alla platea, "e' un lavoro che contribuisce a ricucire quei legami tra le persone che sono il fondamento della convivenza, insomma a costruire quel capitale sociale senza il quale non vi puo' essere neppure crescita economica".
da Vita non profit (redazione@vita.it)
1 commento:
In che modo sei riuscito a risparmiare i soldi da investire nel fondo della tua associazione?
Ho dovuto faticare per 4 anni circa, poi è diventato tutto semplice.
Stampavo un giornale, nel 1988 cominciai a stampare il famoso Ecometropoli, un mensile ecologista diffuso sul territorio milanese in alcune migliaia di copie.
Lo regalavo con offerta libera, e ci mettevo su delle pubblicità. Per abbassare i costi andavo con la mia fidanzata anche dal tipografo.
Versavo in un fondo di aziende che rispettano i diritti dei lavoratori, dell'ambiente e dei consumatori il 10% del ricavato di quello che guadagnavo dal tipografo, il 10% delle offerte libere e il 10% degli sponsor
Così anche quando cercavo autofinanziamenti per la campagna a difesa dei popoli indios. Il 10 % delle mie raccolte spicci, li versavo nel fondo.
Poi quando invitavo persone al mio centro sociale, siccome lavoravo gratis, quando c'erano le feste, versavo nel fondo la mia quota che non versavo nella cassa del centro sociale per bere o entrare.
Poi quando un mio carissimo amico, un grande eroe, fu lasciato solo dalla LOC e dalla sua organizzazione a combattere contro le lobby delle armi, del servizio miltare obbligatorio e subiva un processo dopo l'altro, non riusciva a trovare lavoro in nessun modo, gli agenti dei servizi segreti lo pedivano e andavano ad importunare la sua ragazza e lo diffamavano come uno stupidotto... siccome l'unico lavoretto che aveva trovato era quello di andare a pulire le vetrine dei negozi, io tutte le mattine alle 9 lo svegliavo, lo andavo a prendere in macchina , lo portavo dai negozianti, stampai un biglietto da visita per trovare altri clienti, lo aiutavo a pulire i vetri, a tenere la scala, a pulire gli stracci, a cambiare i secchi dell'acqua. Facevamo metà per uno di quello che guadagnavamo e tolti i soldi della benzina, versavo tutto nel fondo. Una piccola impresa di pulizie a sostegno di un grande eroe della storia umana.
E cosi via. Nel 1993 già non avevo più bisogno di chiedere offerte libere a sostegno delle mie attività e non raccoglievo più quote associative.
Dall'autunno del 1993 poi con due gruppi di tre camioncini organizzo nei boschi della Valtellina raccolte autunnali di castagne e biomassa secca, e da allora due dei comitati autonomi che seguivo direttamente viaggiano così senza problemi e si sono creati anche loro un fondo per l'autofinanziamento.
Comprai anche una fotocopiatrice usata e alcuni studenti universitari che volevano guadagnare qualche soldino venivano a far le fotocopie degli appunti. Tolte le spese facevamo metà per uno e quello che guadagnavo versavo tutto nel fondo.
Ho continuato ad usare la tecnica del 10% sui proventi delle mie attività lavorative o sulla raccolta sponsor per i giornali di quartiere.
Quando aprivo locali di quartiere con la mia associazione ed invitavo ospiti, offrivo da bere, e poi versavo nella cassa del fondo una cifra corrispondente a quello che avrei pagato offrendo da bere al bar.
Ho sempre avuto dei salvadanai in cui mettere le monetine dei resti della spesa.
Quando ho smesso di fumare, quello che non spendevo in sigarette lo mettevo in un salvadanaio e dopo un paio di anni sono riuscito a creare un altro fondo.
Ho messo le pubblicità di Google sul sito della associazione e con i ricavi ci pago i traduttori.
Il trucco è organizzare attività proporzionalmente alle entrate che generano gli investimenti ed ogni mese aggiungere qualcosa nel fondo etico solidale, anche poco, solo dieci euro, però aggiungere qualcosa nel fondo.
Sembrerà una cazzata , ma l'energia positiva che genera l'investimento in un fondo etico solidale BPM automaticamente retroalimenta la voglia di mettere in moto iniziative per ingrandire il fondo e con gli utili retribuire chi presta attività socialmente utili al servizio del genere umano, come chi presta servizi per la mia campagna 2010: Eliminazione Povertà, così come chi presterà servizi per il Festival Mondiale della Cultura Popolare e il Fondo Milanese per la Protezione dell'Infanzia.
Nel frattempo tutte le altre organizzazioni di volontariato continuano a non pagare i propri dipendenti, e a dover raccogliere le monetine.
Io pago tutti dal 1999 e non raccogliamo più monetine dal 1993.
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