Roma, 13 mar. (Adnkronos/Labitalia) - Niente più quote per colf e badanti stranieri. Lo prevede la legge delega Amato-Ferrero, in arrivo al Consiglio dei ministri la prossima settimana. Secondo la riforma che dovrebbe archiviare la legge Bossi-Fini, dunque, i lavoratori stranieri extracomunitari impiegati nei servizi di cura domestici e di assistenza alla persona non saranno più vincolati rigidamente al numero di ingressi stabilito nel decreto 'flussi' e la quota stabilita per il lavoro parasubordinato domestico potrà essere superata in caso di aumento della domanda interna.
Le persone straniere che nel 2006 hanno lavorato nel nostro Paese come colf e badanti sono stimate tra le 713mila e le 1.134mila unità (ricerca Cergas - Centro di ricerche sulla gestione dell'assistenza sanitaria e sociale - dell'Universita' Bocconi), a fronte delle 500mila regolari e iscritte all'Inps a fine 2005.
''Speriamo che i provvedimenti annunciati - commenta con Labitalia Ramona Campari, responsabile nazionale per la Filcams Cgil delle colf - servano a favorire la regolarizzazione delle migliaia di lavoratrici straniere presenti sul nostro territorio. E speriamo anche - aggiunge - che questa scelta non diventi una scappatoia per rinunciare definitivamente a un welfare pubblico''. ''Questa rinuncia alle quote per colf e badanti - avverte Campari - dovrebbe in realtà intrecciarsi con una buona politica pubblica di welfare. Altrimenti, stando così le cose, le famiglie devono individuare le loro soluzioni in solitudine''.
La disciplina attuale in materia di colf extracomunitarie prevede che il datore di lavoro presenti (prima dell'arrivo del lavoratore in Italia) la domanda di nulla osta al lavoro, indirizzandola al competente Sportello Unico per l'Immigrazione con allegati, oltre ai documenti delle due parti, una dichiarazione di retribuzione minima salariale di 381,72 euro mensili. Le domande si presentano presso uno degli uffici postali abilitati e finora hanno fatto riferimento ai cosiddetti decreti flussi.
Se passerà la riforma Amato-Ferrero, non ci saranno più problemi di quote e ogni datore di lavoro interessato ad assumere una colf potrà presentare regolare domanda. All'arrivo in Italia è necessario provvedere entro 8 giorni alla firma del contratto e alla richiesta di permesso di soggiorno. Il datore di lavoro dovrà in un secondo tempo provvedere alla denuncia di assunzione entro il giorno 10 del mese successivo al trimestre solare nel quale è avvenuta l'assunzione.
Per quanto riguarda le retribuzioni del personale domestico in Italia, il contratto collettivo nazionale di lavoro (appena rinnovato) prevede per la prima volta il riconoscimento delle diverse mansioni di pulizia e di cura. Per un'assistente familiare convivente, alla prima assunzione e che si occupa di una persona autosufficiente, con un orario di 54 ore settimanali, lo stipendio è di circa 850 euro, mentre per chi si occupa di una persona non autosufficiente è di circa 1.200 euro. La retribuzione oraria di una colf, invece, è di circa 7 euro.
Le persone straniere che nel 2006 hanno lavorato nel nostro Paese come colf e badanti sono stimate tra le 713mila e le 1.134mila unità (ricerca Cergas - Centro di ricerche sulla gestione dell'assistenza sanitaria e sociale - dell'Universita' Bocconi), a fronte delle 500mila regolari e iscritte all'Inps a fine 2005.
''Speriamo che i provvedimenti annunciati - commenta con Labitalia Ramona Campari, responsabile nazionale per la Filcams Cgil delle colf - servano a favorire la regolarizzazione delle migliaia di lavoratrici straniere presenti sul nostro territorio. E speriamo anche - aggiunge - che questa scelta non diventi una scappatoia per rinunciare definitivamente a un welfare pubblico''. ''Questa rinuncia alle quote per colf e badanti - avverte Campari - dovrebbe in realtà intrecciarsi con una buona politica pubblica di welfare. Altrimenti, stando così le cose, le famiglie devono individuare le loro soluzioni in solitudine''.
La disciplina attuale in materia di colf extracomunitarie prevede che il datore di lavoro presenti (prima dell'arrivo del lavoratore in Italia) la domanda di nulla osta al lavoro, indirizzandola al competente Sportello Unico per l'Immigrazione con allegati, oltre ai documenti delle due parti, una dichiarazione di retribuzione minima salariale di 381,72 euro mensili. Le domande si presentano presso uno degli uffici postali abilitati e finora hanno fatto riferimento ai cosiddetti decreti flussi.
Se passerà la riforma Amato-Ferrero, non ci saranno più problemi di quote e ogni datore di lavoro interessato ad assumere una colf potrà presentare regolare domanda. All'arrivo in Italia è necessario provvedere entro 8 giorni alla firma del contratto e alla richiesta di permesso di soggiorno. Il datore di lavoro dovrà in un secondo tempo provvedere alla denuncia di assunzione entro il giorno 10 del mese successivo al trimestre solare nel quale è avvenuta l'assunzione.
Per quanto riguarda le retribuzioni del personale domestico in Italia, il contratto collettivo nazionale di lavoro (appena rinnovato) prevede per la prima volta il riconoscimento delle diverse mansioni di pulizia e di cura. Per un'assistente familiare convivente, alla prima assunzione e che si occupa di una persona autosufficiente, con un orario di 54 ore settimanali, lo stipendio è di circa 850 euro, mentre per chi si occupa di una persona non autosufficiente è di circa 1.200 euro. La retribuzione oraria di una colf, invece, è di circa 7 euro.
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