Un no alla pena di morte arriva anche dai vertici del Palazzo di vetro. Facendo una parziale, ma concreta retromarcia rispetto a quanto affermato solo due giorni fa, il neo segretario generale dell'Onu, il sud coreano Ban Ki-moon, ha appoggiato ieri l'abolizione della pena capitale. E questo mentre l'iniziativa del governo italiano, che ha proposto una moratoria globale delle esecuzioni, ha raccolto ieri il consenso del presidente della repubblica Giorgio Napolitano e dell'Unione europea, con Francia e Germania che si sono dette pronte ad appoggiare la richiesta di fermare l'attività dei boia in sede Onu.
Ma a dare ossigeno alle speranze degli abolizionisti di tutto il mondo, sono state proprio le parole pronunciate ieri da Ban Ki n-moon. Il successore di Kofi Annan è stato duramente criticato dalla stampa internazionale per aver sostanzialmente giustificato l'impiccagione di Saddam Hussein, ricordando le vittime della sua dittatura e l'esclusiva competenza degli stati nazionali su un tema come la pena di morte. Ieri la correzione di rotta, fatta attraverso la sua portavoce, Michele Montas. Il segretario generale, ha detto, «ritiene che l'Onu debba lavorare» per arrivare all'abolizione della pena di morte, anche se «si rende conto che sarà un processo lungo».
Nessuna incertezza, invece, da parte del Colle. Per il presidente della repubblica Giorgio Napolitano l'iniziativa contro la pena capitale annunciata da Prodi «è coerente con la tradizione italiana, che affonda le radici in primo luogo nella Costituzione». Napolitano ha anche sottolineato come alle immagini dell'esecuzione di Saddam Hussein «tutti i leader europei abbiano ribadito profonda contrarietà alla pena di morte. E' bello - ha concluso il presidente - che l'Italia abbia fatto questa scelta a nome di tutta l'Europa».
Ma a dare ossigeno alle speranze degli abolizionisti di tutto il mondo, sono state proprio le parole pronunciate ieri da Ban Ki n-moon. Il successore di Kofi Annan è stato duramente criticato dalla stampa internazionale per aver sostanzialmente giustificato l'impiccagione di Saddam Hussein, ricordando le vittime della sua dittatura e l'esclusiva competenza degli stati nazionali su un tema come la pena di morte. Ieri la correzione di rotta, fatta attraverso la sua portavoce, Michele Montas. Il segretario generale, ha detto, «ritiene che l'Onu debba lavorare» per arrivare all'abolizione della pena di morte, anche se «si rende conto che sarà un processo lungo».
Nessuna incertezza, invece, da parte del Colle. Per il presidente della repubblica Giorgio Napolitano l'iniziativa contro la pena capitale annunciata da Prodi «è coerente con la tradizione italiana, che affonda le radici in primo luogo nella Costituzione». Napolitano ha anche sottolineato come alle immagini dell'esecuzione di Saddam Hussein «tutti i leader europei abbiano ribadito profonda contrarietà alla pena di morte. E' bello - ha concluso il presidente - che l'Italia abbia fatto questa scelta a nome di tutta l'Europa».
Nessun commento:
Posta un commento