martedì, dicembre 19, 2006

NAPOLITANO SULL'IMMIGRAZIONE: Non abituarsi a morti e tragedie''

Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in occasione della 'Giornata Internazionale del Migrante' ha inviato un messaggio al ministro della Solidarietà Sociale, Paolo Ferrero, con il quale rivolge ''un saluto augurale ai tanti stranieri immigrati in Italia e agli emigranti italiani che contribuiscono allo sviluppo dei Paesi che li ospitano''.
''L'emigrazione italiana ha subito una drastica riduzione da diversi decenni e tuttavia non si è mai interrotta - scrive Napolitano -. I nuovi emigranti sono ormai in misura limitata lavoratori dipendenti e operai; si tratta soprattutto di tecnici, di imprenditori, di persone altamente qualificate. E sono in forte incremento i laureati italiani che scelgono di lavorare all'estero. Spero che i nuovi, come i vecchi emigrati, si trovino a loro agio nei Paesi che li ospitano, che possano mettere a frutto le loro capacità e vedere realizzati i propri progetti di vita. Tuttavia, spero anche che il nostro Paese sia in grado di offrire loro la possibilità di tornare in Patria, trovando gli stessi supporti e le stesse opportunità che li hanno motivati a partire''.
''L'Italia è oggi soprattutto un Paese di immigrazione. Un'immigrazione che contribuisce a colmare carenze di manodopera, che consente alle imprese di produrre e alle famiglie di essere aiutate nella cura dei propri cari - aggiunge il capo dello Stato -. Gli immigrati rappresentano ormai una quota significativa non solo dei nuovi occupati, ma anche dei nuovi imprenditori. Si tratta di un'immigrazione che si radica positivamente: basti pensare alla consistente presenza dei bambini nelle scuole o ai numerosi immigrati che comprano casa e prodotti di consumo durevole. Ma la strada dell'integrazione è ancora lunga e va affrontata con coerenza e rigore. A tal fine è anzitutto necessario che gli ingressi avvengano per via legale''.
''Gli immigrati non devono più avere la paura di vivere in condizione irregolare e di sopportare le conseguenze dell'emarginazione che all'irregolarità si associa - si legge ancora nel messaggio di Napolitano -. E' soprattutto cruciale evitare i gravissimi rischi collegati agli ingressi clandestini, che troppo spesso avvengono per opera di organizzazioni che lucrano sul traffico di vite umane e generano un flusso incontrollato che può anche includere componenti criminali e che comunque provoca allarme nelle comunità nelle quali gli immigrati devono potersi inserire''.
''D'altra parte, la criminalità che ha origine dall'immigrazione clandestina ha spesso come vittime gli stessi immigrati: bambini e adulti ridotti a lavorare in condizioni estreme e umilianti, giovani donne costrette a prostituirsi, persone contrabbandate come merce di nessun valore e talora costrette a subire vere e proprie forme di schiavitù. Né dobbiamo abituarci a tollerare le morti strazianti che uomini, donne e bambini trovano sulle vie di fuga da guerre, da conflitti interni, da situazioni di povertà e di carestia. Dobbiamo impegnarci tutti, a livello nazionale, europeo e internazionale affinché le tante tragedie che ancora avvengono nei nostri mari e nei deserti dell'Africa non accadano più. Dare certezze al percorso migratorio fin dai Paesi di origine, con regole che tutti devono rispettare, significa far rientrare nella normalità un fenomeno che ormai contrassegna questo secolo''.
''La presenza di immigrati contribuisce alla crescita e alla modernizzazione di un Paese e non solo sul piano economico - conclude il presidente della Repubblica -. Anche sul piano sociale l'incontro di costumi, tradizioni, culture e linguaggi diversi si intreccia e contribuisce al dialogo, al confronto e alla convivenza in una moderna società''.
Occorre ''trovare un meccanismo affinché la gente possa entrare regolarmente'' anche per il ministro Ferrero, il quale si dice anche convinto che i cpt ''sono una struttura che va chiusa''. ''A gennaio dovremmo essere in grado di presentare una legge'' ha poi assicurato. Si tratta, in sostanza, di ''riscrivere una legge sull'immigrazione, cioè il Testo unico che identifica una politica dell'immigrazione radicalmente diversa'' rispetto a quella attuale. Il ministro ricorda che senz'altro ''la Bossi-Fini va abrogata'', ma precisa anche che ''non esiste come legge, perché è un'insieme di emendamenti alla Turco-Napolitano''.

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