Don Luigi Ciotti usa toni appassionati e chiede un cambio di passo deciso nella lotta alla mafia, un segno di discontinuità che si traduca in un atteggiamento diverso. «Il problema non sono le mafie - dice -. Il problema siamo anche noi. Abbiamo il dovere di chiedere allo Stato di fare la sua parte ma abbiamo la corresponsabilità di un cambiamento. Il problema mafia è una questione nazionale». Il sacerdote parla nella giornata inaugurale di "Contromafie", gli Stati Generali dell'Antimafia, un'iniziativa senza precedenti in Italia, promossa a Roma da "Libera", l' organizzazione che presiede e che riunisce il cartello di associazioni antimafia nato nel 1995. In prima fila lo ascoltano il presidente del Consiglio Prodi, ministri, esponenti politici, ma il grosso della platea dell'Auditorium di via della Conciliazione, a due passi da San Pietro, è formato da giovani, persone che militano nel volontariato sociale, parenti di vittime della mafia, che fino a domenica si confronteranno per elaborare una nuova strategia contro i clan. Sul palco sale anche il sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino al grido di "Contro la camorra non molliamo", riprendendo lo slogan dell'Università di Napoli. Interviene anche Tano Grasso, presidente onorario della Federazione nazionale delle associazioni antiracket, rappresenta l'economia per la legalità e dichiara dal palco: Gli imprenditori hanno bisogno di certezza e sicurezza, quello che manca è la politica".Prodi assicura che il governo è pronto alla lotta alla mafia e sta adottando «misure efficaci per combatterla».
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