venerdì, agosto 11, 2006

Immigrazione: risposte politiche.

NON SOLO SPETTATORI DI TRAGEDIE

La politica, italiana ed europea, è chiamata ad andare alle radici dei fenomeni migratori
Continuano ad arrivare migranti con mezzi di fortuna che non garantiscono nulla. La morte di alcuni di loro, tra cui bambini anche neonati, scuote fortemente le nostre coscienze.Arrivano soprattutto dall’Africa Sub Sahariana e dal Corno d’Africa. Fuggono da situazioni impossibili in termini politici, economici, sociali e umani. Mettono in atto un loro diritto fondamentale, quello di poter migrare, di uscire cioè dal proprio Paese con la speranza e la determinazione di costruirsi un futuro diverso, migliore per se e per i propri figli. E lo fanno con le opportunità e i mezzi che trovano. Lo fanno, sapendo di essere sfruttati e di mettere a repentaglio la propria vita e libertà. Quello che non sanno è che non vi è altrettanto diritto ad accedere in un altro Paese se non attraverso una burocrazia, certamente necessaria, ma troppo spesso per loro svantaggiosa. Da un lato, constatiamo favorevolmente una serie di iniziative che il Governo italiano ha da subito messo in atto per migliorare la disciplina in materia di immigrazione, tra le quali condividiamo particolarmente l’apertura del decreto flussi, il riconoscimento del “bonus bebè” anche per i figli nati da famiglie di stranieri nel 2005 e le facilitazioni ai ricongiungimenti familiari. Si tratta di azioni che ci pare segnino l’indirizzo e gli impegni che il Governo di centrosinistra aveva assunto in campagna elettorale. Dall’altro lato, verifichiamo l’accrescersi degli arrivi sulle nostre coste. Sono ormai talmente tanti che il sistema di “accoglienza” presso i Centri previsti è al collasso. C’è addirittura qualcuno che con leggerezza mette in relazione il moltiplicarsi degli arrivi anche con queste iniziative del Governo. Non ne siamo convinti. Ci sono ragioni più di fondo che spingono le persone a mettersi in un cammino il cui esito finale non è scontato e in cui si rischia la vita. Nell’attuale situazione occorre tenere presente due cose: la prima, la situazione dei Paesi di provenienza. Quello che sta avvenendo in Libano, per esempio, determinerà il calvario migratorio di molti cittadini libanesi, ma soprattutto di molti dei migranti che vivono in Libano. La cronaca non ci dice, se non sporadicamente, quello che sta avvenendo in Etiopia, in Eritrea, in Sudan, in Somalia, in Ghana, in Pakistan… La seconda, la storia dell’emigrazione dell’Italia: si emigrava perché non c’era lavoro, non c’era futuro. C’era povertà e fame. La disperazione crea inevitabilmente coraggio. E in questi casi coraggio significa migrare. È noto che il fenomeno della pressione migratoria dall’Africa Sub Sahariana e dal Corno d’Africa sul mediterraneo e sulle nostre coste non può essere solo un problema italiano. L’Europa interverrà a sostegno dell’Italia. Pattuglierà il Mediterraneo. Contribuirà a far sì che anche gli altri Paesi Europei, soprattutto quelli bagnati dal Mediterraneo, si prendano le loro responsabilità e collaborino nell’accoglienza di questi migranti/profughi. Perché il fenomeno riguarda l’intera Unione Europea. E ancora, combatterà con forza il lavoro clandestino e perseguirà chi lo alimenta (bisogna prendere maggiore consapevolezza che è proprio la criminalità, collusa con alcuni governi di paesi da cui partono le “carrette del mare”, a organizzare e gestire questi movimenti). Avvierà con più decisione accordi di riammissione con i Paesi di provenienza dei migranti. Ma ci domandiamo: potrà bastare tutto questo? Molti dei migranti soccorsi in mare, dopo l’identificazione vengono espulsi verso i loro Paesi di origine. Alcuni tenteranno ancora di tornare. Altri non ce la faranno. Con l’identificazione e l’espulsione non si potrà tornare legalmente in Europa per i prossimi cinque/dieci anni. E così si sommeranno tragedie a tragedie. Questi migranti vendono quello che hanno in Patria per potersi permettere di pagare il passaggio verso l’Italia, verso l’Europa. Ritornare a casa e non avere più nulla, ritornare sconfitti, è una grande umiliazione che può portare spesso anche a divenire vittime della criminalità che li sfrutta e schiavizza in patria o in altre parti del mondo. Noi crediamo che l’Europa, l’Italia, dovranno adoperarsi molto di più perché le crisi che attanagliano tanti paesi possano essere pacificamente risolte e i popoli vedano la migrazione come un’opportunità e non come una necessità. Forse è una chimera? In attesa di vedere concretizzarsi questa speranza, sarà necessario che le rappresentanze diplomatiche dei paesi europei presenti negli Stati di maggiore provenienza dei migranti mettano in atto azioni in grado di far conoscere le norme per entrare legalmente nei nostri paesi. Un modo anche per sensibilizzare sulla sorte di quanti si mettono nelle mani di chi promette loro di trasportarli verso l’Europa, nascondendone le modalità che, come amaramente constatiamo, sono tragiche e mortali. Immigrazione e informazione: ci pare l’ulteriore grande sfida se si vuole governare positivamente i movimenti migratori che ci coinvolgeranno nei prossimi decenni. Se le nostre coscienze non possono solo rimanere attonite di fronte alle tragedie, occorre trovare la capacità di reagire: collettivamente, dobbiamo chiedere all’Europa un’urgente politica migratoria capace di sincronizzarsi con le fatiche del mondo e non solo con gli egoismi di pochi. Una politica che sappia sì intersecare le politiche del lavoro, dell’economia, della scuola, della sanità, della sicurezza ma che abbia il coraggio di ampliare l’orizzonte e farsi attraversare dalla cultura della solidarietà. Questo chiediamo al Governo italiano sia nell’impegno a modificare la legge Bossi-Fini, sia nell’impegno in sede comunitaria. Solo con politiche integrate sull’immigrazione si potrà governare e garantire un progetto di vita ai tanti migranti che già abitano i nostri paesi e a quanti arriveranno. Occorre fare presto. Le morti innocenti del Mediterraneo non possono essere solo delle fatalità. Da loro deve venire un monito alla sollecitudine.
Michele Consiglio

3 commenti:

Vincenzo Castaldo ha detto...

Carissimo Pasquale, i tuoi articoli riflettono grandemente il tuo impegno e la tua ampia dedizione al cambiamento o meglio, oserei dire, al miglioramento sociale e, perchè no, anche politico. Potrei dire tanto ma riassumo il tutto nel dire che sei GRANDE!!!Ad Maiora;)
Un abbraccio
Vincenzo

Anonimo ha detto...

Un sito molto interessante!!!Complimenti davvero
Cordiali Saluti
Cristina

Anonimo ha detto...

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