venerdì, maggio 19, 2006

Lotta alla povertà: primo intervento di Bobba al Senato.


C‘è un elemento cardine nel programma del centro-sinistra e nelle dichiarazioni dell’On. Prodi: lo sviluppo del Paese deve vedere insieme competitività e coesione sociale, crescita economica e diritti delle persone. C’è un nesso inscindibile tra diritti umani,diritti del lavoro e diritti sociali che si basa su un’idea di libertà non solo come attributo individuale ma come impegno sociale.
In questo contesto si evidenziano tre priorità programmatiche che debbono caratterizzare l’azione di governo: tagliare alla radice le cause dell’esclusione sociale; dare un profilo europeo alle politiche familiari; realizzare un welfare municipale e comunitario.
Un Paese non può dirsi veramente civile quando un numero tutt’altro che irrilevante di famiglie -più del 10,6%- vive sotto la cosiddetta soglia di povertà relativa e quando il tasso di disuguaglianza tra i redditi disponibili è il più alto dei paesi sviluppati.
(tutto il testo cliccando il titolo)

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Bell'intervento, comunque un'intervista a Bobba è stata pubblicata oggi su La Repubblica a pagina 10 :P

Loud ha detto...

La coesione sociale è pressochè impossibile, ma è importantissimo avvicinare le diversità sociali per avere più stato e meno privato, per avere classi sociali meno distante (fondamenti di comunismo).
Il Welfare (intendendo il termine nel suo completo senso: Politiche del Lavoro e Politiche Sociali) deve intervenire, garantendo piu' servizi ai cittadini, meno diversità degli stessi a seconda delle regioni (e possiamo darci a mucchio se entra in vigore quella schifezza di riforma costituzionale voluta - ma anche bacchettata - dal centrodestra), più incentivi al lavoro e al "fare nella società", al "vivere la società". Questo lo dico tenendo presente il nuovo mercato del lavoro, più aperto e competitivo, più interessato alle conoscenze e non solo alla manodopera diretta: perchè per la competitività servono le conoscenze, servono le menti dei giovani freschi di studi e pronti a continuare a imparare fidelizzandosi all'impresa anzichè scappare in altri territori.
Poi la famiglia, in crisi come l'economia e forte elemento traumatizzante per i giovani, per le politiche sociali, per l'intera economia: anche la famiglia va seguita, ridando tempi di vita e lavoro soddisfacenti e meno stressanti giovando alla salute, alla famiglia, ma anche al lavoro stesso.

Ciao, Luca.