Al dibattito ancora accesissimo circa l’opportunità di creare una banca del Mezzogiorno o del Sud che dir si voglia, vorrei offrire un ulteriore interrogativo.
Una nuova banca o piuttosto nuovi clienti servono allo sviluppo del Mezzogiorno?
A nostro avviso piuttosto che creare un nuovo istituto è necessario convincere le banche ad investire su nuove tipologie di clienti come giovani, donne, immigrati, imprese sociali. Soggetti che hanno tutte le potenzialità per diventare protagonisti dello sviluppo delle comunità in cui sono radicati, ma che hanno bisogno di opportunità, di eliminazione di barriere all'ingresso. E l'accesso al credito è di gran lunga una pesante barriera all'ingresso.
A tal proposito la Campania in questo momento si trova in condizione di avviare un approccio innovativo facendo da apripista anche a tutte le altre regioni meridionali.
Infatti se l’obiettivo è quello di fare del sistema bancario (finalmente!!) una leva significativa dello sviluppo, ritengo che il concetto di “banche di interesse regionale”, indicato nel disegno di legge per l’ “Istituzione dell’Elenco regionale campano delle banche” sia strumentale ad una finalità di sviluppo locale in misura di gran lunga più efficace e convincente di una fantomatica “Banca del Mezzogiorno”.
L’idea alla base di tale disegno (approvato dalla Giunta ed ora in discussione alle Commissioni consiliari) a me appare semplice quanto geniale: una banca per essere considerata di interesse regionale deve dimostrare che non solo raccoglie ma soprattutto che investe in Campania innescando quel circolo virtuoso e moltiplicativo che dal risparmio porta agli investimenti e quindi all’aumento del PIL e dunque alla crescita e allo sviluppo, proprio come ci insegnano i manuali di economia.
Se poi, tutte le Regioni e soprattutto quelle meridionali adottassero tale schema, ecco che di fatto avremmo tante banche del Sud senza alcun ulteriore aggravio per nessuno ed anzi con una spinta propulsiva ad una razionalizzazione del sistema creditizio e ad uno sviluppo endogeno.
Tale “genialità” va tuttavia perfezionata con un scelta ancora più radicale e coraggiosa.
La futura legge regionale dovrebbe riconoscere una particolare premialità alle banche che siano disposte ad erogare credito a donne, giovani, immigrati, imprese sociali che presentino progetti fattibili e rilevanti per lo sviluppo del tessuto sociale ed economico della comunità in cui si andranno a localizzare.
Questa in sintesi la proposta di modifica al disegno di legge che le Acli Campania hanno presentato alla Presidente del Consiglio Regionale, Sandra Lonardo e ai Presidenti della I, della II e della VI Commissione. Questo l’atto di coraggio e di responsabilità che chiediamo al Consiglio.
Le statistiche ci dicono che giovani e donne non cercano più lavoro ma anche che aumenta invece la loro voglia di fare impresa e questo spirito imprenditoriale deve essere adeguatamente accompagnato e rafforzato per concretizzarsi in iniziative valide e durature.
Un facile accesso al credito, basato sulla fiducia e sulla fattibilità del progetto piuttosto che sulle garanzie patrimoniali, consentirebbe di creare un tessuto imprenditoriale diffuso, ma acnhe più stabile, più innovativo e più responsabile nonché di ridurre le sofferenze bancarie, con buona pace di Basilea 2.
Eleonora Cavallaro
Presidente Regionale ACLI CAMPANIA
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