La persona è il metro della dignità del lavoro: non si badi solo a leggi, numeri e contratti
Come festeggiamo il primo maggio? E, soprattutto, abbiamo qualcosa da festeggiare?
Pur senza fare catastrofismi, qualche preoccupazione dobbiamo averla. Infatti, nonostante alcuni segnali positivi sul trend dell’economia italiana, è in atto un rallentamento dell’andamento del mercato del lavoro. A fronte dell’aumento di occupati e del calo della disoccupazione, nel 2005 si è ridotta la partecipazione delle persone al lavoro, soprattutto per lo scoraggiamento che coinvolge le categorie più deboli, cioè le donne ed i giovani del Sud, che neppure più si iscrivono alle liste di disoccupazione. Inoltre nell’anno passato è continuato a decrescere il lavoro autonomo, segnalandoci l’ulteriore ridimensionamento di uno fra gli elementi di innovazione più importanti.
Negli anni passati è cresciuto il lavoro flessibile, valutato da alcuni come panacea di tutti i mali, capace di aumentare competitività e benessere, e da altri descritto come causa principale di disgregazione sociale e di povertà per le famiglie. Oggi, però, l’occupazione è nuovamente trainata, ed in modo quasi esclusivo, dal lavoro dipendente, che ha registrato un incremento significativo.
Il futuro della flessibilità sembra giocarsi, quindi, non tanto sulla tipologia dei contratti quanto sul piano dei tempi e delle modalità di lavoro. Forse lo dimentichiamo, ma in Italia ben un terzo degli occupati alle dipendenze lavora abitualmente in orari disagiati, ovvero di sera, di notte, nei week-end oppure a casa oltre l’orario abituale e a questi se ne aggiunge un altro venti per cento cui capita saltuariamente di dover lavorare in orari “pesanti”.
Il prossimo governo non potrà quindi fermarsi alla riforma introdotta dalla legge 30, la cosiddetta legge Biagi, ma non dovrà neppure tornare indietro in modo avventato. Senza pesanti e forti investimenti sul capitale umano e sul welfare locale non si produce sviluppo economico. Mercato e investimenti finanziari da soli non bastano se non sono accompagnati da investimenti sulla formazione, sui servizi per il lavoro, sugli ammortizzatori sociali e le misure per rendere continuo e sicuro anche il lavoro flessibile.
Priorità sociale deve divenire la tutela della qualità della vita dei lavoratori, che debbono poter disporre di tempi certi per la famiglia, il riposo, la formazione individuale. Oltre a preoccuparsi di sgravi contributivi o di incentivi alle assunzioni, il prossimo governo dovrà mettere in campo politiche più efficaci per agevolare il part-time, per ridurre il lavoro domenicale, per fornire servizi adeguati alle famiglie, a partire dagli asili e dalle scuole.
Benedetto XVI ha recentemente ricordato che «è la persona il metro della dignità del lavoro»: in questo Primo Maggio non occupiamoci solo di numeri o contratti collettivi, ma guardiamo alle aspirazioni ed ai concreti bisogni di ciascun lavoratore.
Andrea Olivero
4 commenti:
Bell'articolo, auguri a tutti per il Primo Maggio, vorrei ricordare però questa data anche per la strage di portella della ginestra :/
Auguri anche a te per la Festa del Lavoro, una festa molto importante indipendentemente dalla posizione politica di ciascuno. Non dobbiamo fare come al Grande Fratello che non ricordavano manco che festa era il 25 aprile... sigh sigh!
Detto questo credo che il nuovo regime contrattuale introdotto con la legge Biagi (L.30) e con la conseguente riforma applicativa (d.lgs.276/2003) sia un buon sistema legale, con buone ratio alla base. Il problema è stato nel non seguire quella "concertazione" con le parti sociali voluta con la riforma, voluta da Biagi. La mancanza della concertazione e di seri sistemi di controlli (che amo chiamare "paletti") hanno permesso l'aumento della flessibilità, della precarietà. Ora bisognerà sistemare la riforma introducendo i "paletti" ed eliminando giusto qualche forma contrattuale assurda come il job sharing (è assurda una obbligazione solidale nel lavoro subordinato!!). Confido dunque in una correzione della novella, non in una sua completa modifica od abrogazione.
Appena avrò tempo approfondirò la questione sul mio blog, scrivendo i punti positivi e negativi della riforma per mettere alla luce del sole gli aspetti importanti, intralciando così quella parte di opinione pubblica basata sul "sentito-dire" partitocrite.
Luca Lodi
w il 1 maggio.w i lavoratori.
impegnatevi per i giovani..
antonio cacace
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