A partire dall'esperienza associativa vissuta nelle ACLI e da quella amministrativa a Napoli e Castellammare di Stabia utilizzo questo spazio per affrontare i temi del dialogo tra le generazioni, del lavoro, della formazione, del welfare, della partecipazione e della loro necessaria innovazione.
sabato, febbraio 18, 2006
“Politiche finanziarie e solidarietà: le risorse strategiche per la città”.le proposte delle ACLI Campania
VI appuntamento della Campagna di ascolto e Forum programmatico della città di Napoli organizzata dal Sindaco Rosa Russo Iervolino.
intervento di Eleonora Cavallaro, presidente Acli Campania
I piani regionale, nazionale e comunitario risultano sempre più strettamente connessi.
Lo sviluppo delle regioni e quello delle città sono chiaramente collegati: il fatto che più dell’80% dell’attività economica si svolga nelle città fa sì che le autorità locali diventino partner essenziali per lo sviluppo regionale e per l'attuazione delle strategie di Lisbona e di Göteborg.
Difatti con riferimento alla nuova programmazione europea per il 2007-2013, particolare rilievo viene assegnato alle “specificità territoriali” e al “contributo delle città allo sviluppo regionale” Per la prima volta, è prevista una sottodelega di competenze alle autorità urbane nell’ambito di intervento dei fondi per gli assi prioritari concernenti la rivitalizzazione dei centri urbani (programmi operativi finanziati dal FESR, obiettivi di convergenza e competitività).
Per quanto riguarda gli impieghi, dato il vincolo di risorse sempre più limitate, a causa di una tendenza oramai consolidata alla riduzione dei trasferimenti statali che tra l’altro diventano anche sempre più incerti nella data e nel contenuto, diventa sempre più importante concentrare tali risorse su selezionati obiettivi da ritenersi strategici per lo sviluppo della città, sviluppo che sempre più deve essere declinato in termini di solidarietà e di inclusione.
In presenza di un numero crescente di poveri e di immigrati e dell’ampliarsi delle categorie deboli: giovani, donne, anziani, disabili, l’obiettivo precipuo deve essere quello di perseguire al coesione sociale, economica e territoriale.
E in presenza dell’attuazione della riforma delle municipalità proprio sull’ espressione coesione territoriale voglio insistere ricordando che anche Commissione e Parlamento Europeo sottolineano che la coesione territoriale, è un concetto che va al di là della coesione socioeconomica, mira a uno sviluppo più equilibrato, alla creazione di comunità sostenibili, presuppone misure volte a rafforzare la sicurezza, promuovere l’integrazione economica, sociale e culturale delle persone meno favorite, combattere le discriminazioni, migliorare la disponibilità dei servizi chiave e renderli più accessibili.
Ed è un concetto che presuppone la scelta e l’applicazione di un modello di sviluppo policentrico (in sostituzione di un modello di sviluppo centro - periferia) capace di garantire la parità di trattamento fra i suoi territori vale a dire fra tutte le municipalità pur nel rispetto delle loro specificità geografiche e demografiche.
Tutto ciò premesso quali sono gli strumenti che consentano di perseguire tale obiettivo?
Le ACLI, con la loro esperienza nel sociale ultrasessantennale e diversificata (il sistema ACLI è fatto di circoli di aggregazione, di servizi come CAF e Patronato, di enti di formazione come l’Enaip, di associazioni specifiche come le Acli Colf) e la loro capillare presenza territoriale che le pone in contatto e rapporto solidale proprio con le fasce meno protette della società: poveri, anziani, giovani alla ricerca di orientamento e formazione, donne con carichi familiari sempre più onerosi ed aspirazioni lavorative sempre più frustrate, di immigrati ignari dei propri diritti, avanzano in questa sede due proposte che ritengono possano essere estremamente caratterizzanti un programma di sviluppo urbano inclusivo e solidale:
- un articolato programma di microcredito
- un pacchetto di agevolazioni fiscali che dovrebbe convincere i proprietari di alloggi sfitti a mettere a disposizione i propri immobili in particolare per le famiglie di immigrati o rifugiati stabilmente residenti
Sulla base del principio del confronto e della diffusione delle buone prassi tali proposte nascono da un’indagine comparata con altre realtà urbane a dimostrazione che si tratta di ipotesi perseguibili…proprio perché già perseguite da altri.
Microcredito
Pur senza scomodare gli alti prendici di Yunus per il quale il credito dovrebbe essere riconosciuto quale diritto di ogni essere umano, è innegabile che il microcredito costituisca un efficace strumento di sviluppo locale e integrazione sociale oltre che per il miglioramento delle condizioni di vita di famiglie in condizioni di difficoltà.
Il programma di microcredito che proponiamo dovrebbe avere:
Obiettivi: favorire la diffusione del lavoro autonomo finanziando l’avvio di ditte individuali e microimprese ma anche favorire il miglioramento delle condizioni di vita dei cittadini finanziando investimenti immateriali per esempio il finanziamento degli studi e investimenti personali come l’acquisto dell’abitazione.
Stumenti: Costituzione da parte del Comune di un fondo di garanzia, con un moltiplicatore che può crescere manmano che rientrano i prestiti, per avviare, dapprima in forma sperimentale, iniziative di microcredito erogate da banche convenzionate, (a breve - medio termine) per soggetti privi di garanzie proprie.
Criteri di ammissibilità: Criterio del reddito e dello scopo per prestiti per così dire personali (nascita di un figlio, acquisto dell’abitazione, formazione propria o dei propri figli, acquisto pc etc). Criterio della fattibilità tecnica, economica e finanziaria del progetto per iniziative di autoimpiego e microimpresa.
Risorse: Attivazione finanziamenti europei regionali e nazionali disponibili
Vantaggi:
- strumento sicuro contro l’usura, contro il lavoro sommerso e quindi di promozione della legalità
- la richiesta di incentivi porta al sovradimensionamento iniziale spesso causa di future difficoltà se non fallimento dovuta alla restituzione del mutuo rispetto all’incremento dei ricavi. Invece un facile accesso al credito, basato sulla fiducia e sulla fattibilità del progetto piuttosto che sulle garanzie patrimoniali, consentirebbe all’impresa di nascere, di nascere piccola o comunque con le dimensioni che il soggetto è capace di gestire (sempre nel rispetto delle esigenze di mercato) e poi ingrandirsi man mano che si rafforza.
- migliorare il capitale umano
- combattere il disagio sociale
Gli istituti creditizi potrebbero essere interessati alla convenzione oltre che per la garanzia del Comune anche per ottenere una sorta di premialità con riferimento all’iscrizione nell’elenco delle banche di interesse regionale previsto da un disegno di legge di recente approvato dalla Giunta regionale.
Tale proposta si coordina con quella avanzata in questi giorni dalle ACLI al Presidente Bassolino affinché rispetto a tale disegno di legge venga apporta una modifica che preveda una premialità per le Banche che siano disposte ad “istruire richieste di erogazione del credito basate su progetti di provata fattibilità tecnica, economica e finanziaria presentati da donne, giovani, immigrati, imprese sociali, e rilevanti per lo sviluppo del tessuto sociale ed economico della comunità regionale nella quale sono o andranno a localizzarsi”.
Come anticipato la proposta nasce dal confronto con altre esperienze italiane: Milano, Emilia Romagna, Torino, solo per citare quelle più interessanti.
“Ici Zero” per chi affitta casa agli immigrati residenti
Secondo l’ultimo rapporto della Caritas sull’immigrazione a Napoli soggiornano circa 70.000 stranieri di cui circa 40.000, in base alle rilevazioni dell’ISTAT sono stabilmente residenti, inoltre il 62, 3% è rappresentato da donne (il dossier della Caritas definisce Napoli “la provincia più femminilizzata”).
Favorire l’integrazione multietnica e multiculturale, lottare contro l’esclusione sociale garantendo ad ogni persona residente, quindi anche all’immigrato, il riconoscimento e l’esercizio dei propri diritti di cittadinanza non solo è un dovere, ma anche un investimento nell’interesse di tutti.
Tra le questioni più rilevanti che riguardano il percorso di cittadinanza degli immigrati, vi è proprio quella della casa.
Il mercato propone all’immigrato affitti esosi in abitazioni precarie o affitti esosi in abitazioni normali ma condivise da più persone, spesso da più nuclei familiari, mentre risulta ben difficile per un immigrato l’accesso all’acquisto di una abitazione. La precarietà e la mancanza di dignità e decoro dell’abitare si collegano con l’esclusione sociale del cittadino straniero, delle famiglie e di intere comunità.
In questo contesto si propone che il Comune predisponga un pacchetto di agevolazioni fiscali che dovrebbe convincere i proprietari di alloggi sfitti a mettere a disposizione i propri immobili in particolare per le famiglie di immigrati o rifugiati stabilmente residenti a Napoli da almeno tre anni . In particolare il Comune potrebbe garantire:
• Azzeramento dell’Ici sull’immobile affittato, con canone agevolato, ad inquilini immigrati;
• Riduzione del 30% del reddito derivante dall’affitto ai fini dell’Irpef e dell’Irpeg;
• Riduzione dell’imposta di registro calcolata sul 70% del canone annuo di locazione
Obiettivi: dare dignità alloggiativa ai cittadini stranieri
Strumenti: costituzione di un’Agenzia per la casa che veda la partecipazione del Comune, delle
associazioni della proprietà edilizia, le confederazioni sindacali, le organizzazioni sindacali degli inquilini e dei pensionati, e di fondo di garanzia sempre a carico del Comune.
Modalità: spetta al Comune stipulare direttamente con i proprietari contratti a canone agevolato. Grazie a una clausola di subaffitto, gli appartamenti saranno poi messi a disposizione, a canone concordato, a famiglie di lavoratori dipendenti o anziani che, pur avendo un reddito annuo garantito, hanno difficoltà a pagare un affitto ai valori di mercato. La garanzia offerta dal Comune riguarderà il pagamento del canone e il rilascio dell’appartamento in buone condizioni alla scadenza del contratto. Ma l’Agenzia per la casa si preoccuperà di assistere anche gli inquilini nella ricerca di un nuovo appartamento qualora non fosse possibile rinnovare i contratti in scadenza.
Criterio di ammissibilità: residenza da almeno tre anni nel Comune di Napoli, reddito, incidenza di almeno il 30% dell’affitto sul reddito.
Risorse: attivazione finanziamenti europei regionali e nazionali, scelte di bilancio
Vantaggi:
- favorire l’integrazione
- promuovere la legalità
- contrastare il fenomeno dell’evasione fiscale sulla registrazione degli affitti
- realizzare un’anagrafe delle abitazioni
- favorire la manutenzione del patrimonio immobiliare
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