Nei giorni scorsi si è tenuta a Napoli la convention nazionale di Retinopera sul tema “Cristiani: da Napoli per un nuovo Mezzogiorno”. Si afferma, quindi, dal sud Retinopera, l’associazione che riunisce gran parte delle realtà della società civile, del sindacato, della cooperazione, dell’associazionismo, del sindacato dell’area cattolica: dalle Acli alla Coldiretti, dall’Azione Cattolica a Sant’Egidio, dai Focolari all’Agesci, dal Csi alla Focsiv, dalla Cisl a Compagnia delle Opere.
L’incontro è servito per far dialogare queste grandi forze ma anche per dare compattezza e visibilità alla ritrovata unità sociale dei cattolici, giocata in prima linea per contrastare i problemi della città di Napoli e della Campania. Si è espresso un movimento pronto a progettare il futuro, sperando contro ogni speranza ed osando le soluzioni più difficili ed innovative. E, come ha ben detto S.E. il Cardinale Giordano, senza ambiguità e nostalgie sul “partito dei cattolici”.
L’incontro di Napoli è stato una vera e propria “officina”, dove si è riflettuto sui problemi, sulle contraddizioni e sulle speranze di questa metropoli partendo da tre importanti domande:
Come contribuire, da cristiani, a rendere più umano il volto delle nostre città?
Come non smettere di essere attenti al Sud, ai suoi problemi, alle sue ricchezze, ai tentativi di nuova cittadinanza che prendono corpo spesso a partire proprio dalla realtà organizzata dei cattolici?
La vita della città può essere laboratorio per la rigenerazione della politica?Abbiamo messo in dialogo dimensione nazionale e dimensione locale per ricercare il profilo di una nuova cittadinanza. Ancora una volta, la priorità del mondo sociale cattolico è quella di dedicarsi quotidianamente a opere concrete ma senza abdicare alla missione di orientare il costume sociale e incidere sulle scelte amministrative. Da qui un dialogo fecondo con i rappresentanti delle istituzioni rappresentate dal Sindaco Iervolino, dal Presidente Di Palma e dall’Assessore Armato.
Perché le sfide da affrontare hanno nomi precisi: rafforzamento dell’identità sociale, contrasto a disoccupazione e sottooccupazione, ripensamento delle periferie, sicurezza urbana, riqualificazione urbanistica, promozione di una cultura della legalità, nel senso del radicamento dei valori del lavoro e della convivenza civile, ma anche dell'educazione alla produttività e all'orientamento sulle esigenze dei destinatari dei servizi erogati. Particolare forza abbiamo impresso al tema della lotta alla povertà e all’esclusione sociale rilanciando il reddito di cittadinanza ma anche la scala di priorità nel bilancio di comune e regione.
Il mondo del sociale napoletano da sempre si è rimboccato le maniche per trovare soluzioni operative a queste emergenze, scegliendo di non restare in attesa di risposte calate dall'alto, evitando il rischio di una generalizzata passività nei confronti del disagio socioculturale.
Il nostro ruolo, lo riconosciamo, è quello di aiutare ad infondere ai cittadini una rinnovata fiducia , opposta all’attuale sfiducia a 360 gradi nei confronti di qualunque intervento teso a risolvere i problemi locali, diffidenza che trova una parziale giustificazione nel lungo periodo di abbandono vissuto dal sud Italia. Le maniche sono già tirate su, ancora una volta, il mondo del sociale di ispirazione cristiana è pronto a fare un passo avanti e non indietro. Perché mentre si guarda e si discute della società civile come ad un’accademia di pensatori pronti a monitare lo stato dell’arte, dall’esperienza di Retinopera emergono al pubblico autentici corpi sociali, organizzati e radicati in tutte le aree della città, che si ispirano al vecchio ma saggio “ora et labora”.