Stanley “Tookie” Williams è stato giustiziato. La sua condanna è stata eseguita con un'iniezione letale, nel carcere di San Quentin, in California. A nulla è valsa l'imponente mobilitazione popolare con cui si è tentato di salvare “Tookie” - ex capo di una delle più feroci “gang” di Los Angeles, da 24 anni nel braccio della morte, diventato negli anni un celebre scrittore e più volte candidato al Nobel per la pace - dalla condanna. Il governatore dello stato, Arnold Schwarzennegger, ha negato il provvedimento di grazia per Williams, condannato per l'omicidio di quattro persone, e la Corte Suprema ha respinto i tentativi dell'ultimo minuto dei suoi legali di ottenere almeno un rinvio dell'esecuzione.
L'avvenuta esecuzione di Williams è stata annunciata ufficialmente mezz’ora dopo la mezzanotte (le 9.30 italiane). Migliaia di persone si sono assiepate davanti al penitenziario californiano. I dimostranti hanno letteralmente ostruito i 48 chilometri della stretta strada che conduce alla prigione in riva all'Oceano Pacifico, molti reggendo nelle mani candele accese, altri brandendo cartelli con sopra scritto «Salvate Tookie» o «La risposta è l'amore»; c'era anche un enorme pupazzo che effigiava il Mahatma Gandhi, simbolo della non-violenza. Una piccola costruzione prospiciente il carcere è stata in pratica “sommersa” dalla folla.
Trentanove persone hanno assistito all'esecuzione di Williams, tra cui 17 giornalisti e cinque testimoni scelti dal condannato. Nella sua ultima giornata, Williams aveva incontrato diverse persone, prima di essere trasferito in una cella vicina alla vecchia camera a gas, dove gli è stato somministrato il letale cocktail di veleni. Prima di morire aveva letto messaggi di solidarietà che gli erano giunti da tutti gli Stati Uniti, e anche dall'Italia, aveva bevuto un bicchiere di latte (rifiutando l'ultima cena) e guardato la televisione.
È il dodicesimo condannato giustiziato da quando la pena di morte è stata ripristinata nella California, e cioè nel 1992.
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