venerdì, dicembre 23, 2005

Auguri dagli amici del Dialogo

Care amiche, Cari Amici,
Siamo così sommersi da cattive notizie, dalle guerre ai disastri naturali, che tutto ci sembra privo di senso. Ci sentiamo impotenti difronte alle forze che pervicacemente fanno di tutto per rovinarci nonsolo il Natale o qualche altra festa dove poter gustare qualche gioiadella vita, ma la vita stessa. Penso spesso alle nostre povere forze,al lavoro immenso che fanno tutte le organizzazioni per la pace ed inparticolare a quelle che hanno scelto la nonviolenza come propriometodo di azione. Penso ai tanti che compiono azioni nonviolentemettendo in discussione se stessi e pagando poi di persona: riusciremomai a mettere la parola fine alla guerra, alla violenza, allosfruttamento dell'uomo sull'uomo? Quando il sogno di un altromondo possibile, quello che Gesù chiamava "regno dei cieli",diventerà realtà? Dobbiamo arrenderci o continuare il nostro impegnosulla via della nonviolenza?La sproporzione é forte: di là sembra ci sia tutto, potere economico,politico, militare, religioso (anche i militari italiani hanno avutopoco prima di Natale, la loro messa in San Pietro con tanto dibenedizione papale. Come sono lontani i tempi della Pacem in Terris!).C'é di che scoraggiarsi.Ma poi penso proprio alle formiche, animaletti piccolissimi ma in gradodi spostare un peso centinaia di volte maggiore del loro e chelavorano sempre insieme, con uno spirito di solidarietà che lasciaammirati. Penso al piccolo Davide che sconfisse il gigante Golia"senza né spada né lancia" e dopo essersi liberato dallepesanti armature che volevano mettergli addosso.Penso così che tutto il lavoro che come nonviolenti facciamo tutti igiorni, tutti i mesi, tutti gli anni é quello che conta e che dà unfuturo ed una speranza all'umanità. Non c'é futuro nella morteed in tutto ciò che la produce, armamenti e sistemi imperiali chesiano. "L'uomo di pace avrà una discendenza", dice ilsalmo 37. Ed i popoli che scelgono la strada del disarmo e dellanonviolenza sono quelli che, come dice il profeta Isaia, avranno"una discendenza e vivranno a lungo".La speranza di un mondo migliore passa attraverso le nostre poverepersone che, come tante piccole formichine, lavorano incessantementeper realizzarlo, mettendo nel conto gli scoramenti, le sconfitte, itradimenti, la solitudine. Anzi forse solo chi ha provatol'amarezza della solitudine, delle sconfitte o dei tradimenti,riesce ad apprezzare fino in fondo la necessità di continuare nelproprio impegno per la pace sulla via della nonviolenza.Ed è questa consapevolezza che ci da la forza per andare avanti"nonostante tutto".Ed è questa consapevolezza che mi spingea fare un appello a non demordere a quanti come noi sono impegnati perla costruzione di un mondo dove regni la giustizia e la pace. Pensoalle tante riviste che diffondono una cultura di pace e mi accorgo chese qualcuna di esse venisse meno mi sentirei ancora più perso, piùsolo, più impotente.A fine anno è tradizione fare il bilancio di ciò che si è fatto e diciò che si vorrebbe fare nel nuovo anno che viene. Nel ringraziaretutti gli amici della redazione ed i collaboratori per il loroimpegno, auguro loro e a me stesso di riuscire a sentirci sempre piùuniti, sempre più vicini e solidali con quanti e quante credono nelsogno di un mondo dove regni la pace e l'amore.Abbiamo bisogno dell'impegno solidale di tutti/e, senza falsiprotagonismi, senza arrivismi, riscoprendo il valore del lavoro umileed oscuro di chi sceglie di agire in favore di tutta l'umanità enon della propria voglia di apparire o di conquistare un ruolo socialeche gli dia prestigio.«Chi vuole essere primo serva», diceva Gesù ai suoi discepoli chesgomitavano per un posto al sole, e mai come in questa nostra epocadobbiamo riscoprire questa importante verità per dare un futuroall'umanità.Buon Natale e felice 2006
Giovanni Sarubbi Direttore
www.ildialogo.org

1 commento:

Anonimo ha detto...

bisogna avere sempre la capacità di indignarsi...

Vanni Carotenuto