Roma - Una nota del Centro Patronati (Acli, Inas-Cisl, Inca-Cgil, Ital-Uil) relativa al ritardo nella firma del protpocollo tra patronati e InpsCentro patronati: e’ indispensabile firmare protocollo con Inps
Siamo preoccupati per il fatto che il nuovo protocollo tra INPS e Patronati, il cui testo è il risultato di un lungo lavoro, importante e proficuo, fatto di incontri e confronti, non sia stato approvato dal consiglio di amministrazione INPS.
Il documento - che è un atto di riconoscimento reciproco nell’ottica di una maggiore efficienza della pubblica amministrazione e del miglioramento della qualità delle prestazioni nei confronti dei cittadini – è stato infatti rinviato all’esame del Garante della privacy con un’eccessiva preoccupazione sia considerando i tempi che le modalità peraltro già in corso, visto che la possibilità di accesso dei Patronati al casellario delle posizioni assicurative degli attivi - che dovrà essere realizzato nei prossimi anni e rispetto al quale siamo impegnati affinché esso dispieghi al massimo le proprie funzionalità - avverrebbe comunque, come previsto dalla legge 152/2001, solo a seguito dell’autorizzazione del cittadino, rispettosa di tutti i vincoli previsti dalla normativa sulla riservatezza dei dati personali. E’ comunque possibile firmare il protocollo, estrapolando il punto in discussione e rinviandolo ad un accordo da allegare successivamente, in attesa che il Ministro del lavoro decreti le linee guida per apposite convenzioni tra Patronati e Enti che erogano le prestazioni per l’accesso ai dati, come previsto dal decreto legislativo 196/2003 (relativo alla legge sulla privacy).
E’ indispensabile sbloccare questa situazione per attivare una collaborazione tra INPS e Patronati fondamentale per migliorare i servizi al cittadino. L’accordo prevede, infatti, l’impegno dei Patronati a incrementare l’invio - per via telematica - di tutte le prestazioni previdenziali, per consentire all’INPS di liquidarle nel modo più tempestivo e preciso ai cittadini.
Senza la collaborazione dei Patronati l’INPS non potrebbe realizzare l’obiettivo della liquidazione delle prestazioni né tanto meno il "tempo reale". Lo dimostra l’entità di pratiche trattate con questa modalità di lavoro dai Patronati: nel solo 2004 abbiamo inviato per via telematica 368.000 domande di disoccupazione agricola e, al 15 settembre 2005, 207.913 domande di pensione.
Inoltre, il protocollo prevede anche l’impegno dei Patronati nel selezionare con attenzione le situazioni che meritano l’azione giudiziaria nei confronti dell’Istituto e favorire, quindi, il più possibile la composizione in via amministrativa delle controversie, garantendo la liquidazione delle prestazioni dovute da parte dell’INPS e, quindi, la tutela dei pensionati e dei lavoratori. E’ stato inoltre accertato che i Patronati aderenti al CEPA (Centro Patronati: Acli, Inas-Cisl, Inca-Cgil, Ital-Uil) promuovono appena il 6% del contenzioso di cui "è vittima" l’INPS; di questo 6%, nell’80% dei casi viene data ragione ai Patronati, riconoscendo dunque la legittimità delle cause intraprese. Questi dati smentiscono clamorosamente notizie periodicamente diffuse dagli organi di stampa.
Tali impegni inoltre consentono all’Istituto previdenziale di risparmiare somme sia nello svolgimento della attività amministrativa sia sotto il profilo delle spese legali in sede di contenzioso giudiziario.
Il risparmio per l’ente di previdenza è effettivo, poiché i Patronati già realizzano impegni che il Protocollo sancirà definitivamente senza alcun costo per l’INPS rispetto all’attività ordinaria che, ribadiamo ancora, deriva da una aliquota sul contributo previdenziale dei lavoratori.
Fino ad oggi, peraltro, l’INPS non ha calcolato questo risparmio, ma dovrebbe farlo poiché sta elaborando il suo primo bilancio sociale.
E’ evidente, dunque, che questo protocollo che porta alla collaborazione tra INPS e Patronati è indispensabile per un’effettiva efficienza dei servizi forniti ai cittadini.
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